Attesissimo lo spettacolo Beatitudo, in replica domani, domenica 7 ottobre, alle ore 17, ispirato all’opera di Borges e presentato in anteprima nazionale a Volterra lo scorso luglio. Dopo Pisa la tournée toccherà altre importanti città tra cui Milano, Bologna e Cagliari.
6ottobre 2018 di Beatrice Bardelli, Pisa
Si apre oggi, al Teatro Verdi di Pisa, la Stagione di Prosa realizzata insieme alla Fondazione Toscana Spettacolo onlus. Una Stagione che inizia sotto i migliori auspici, avendo registrato ben 820 abbonamenti a chiusura di campagna (+ 4% rispetto alla scorsa stagione) di cui il 9,6% è rappresentato dagli under30 (e’ stato registrato anche un significativo utilizzo del Bonus Cultura Docenti e 18enni).
Stasera, alle ore 21, inaugura la Stagione il nuovo, emozionante, spettacolo della Compagnia della Fortezza, Beatitudo, firmato da Armando Punzo.
Ancora una volta, dunque, il Teatro Verdi dà l’avvio alla tournée della Compagnia della Fortezza che quest’anno celebra il suo trentennale, una ricorrenza per la quale è stato elaborato un progetto triennale articolato su svariati linguaggi dell’arte. Un viaggio di cui Pisa e il Verdi rappresentano una tappa molto importante per il loro legame storico con la compagnia.
Beatitudo è la seconda tappa di un lungo e complesso lavoro biennale ispirato a tutta l’opera di Borges e si pone come il frutto di una ricerca intorno al rapporto tra realtà e pratica artistica. Una ricerca che, con tratti più o meno espliciti, sottende il lavoro di Armando Punzo e della Compagnia della Fortezza fin dalla sua origine. Nei testi di Borges si trovano le parole di chi ha provato a dare spazio al sogno, alla ricerca, all’impulso di andare oltre l’umano, per come lo conosciamo. E’ dentro l’uomo che bisogna provare a coltivare uno spazio che possa permettergli di superarsi. Nella biblioteca infinita che è l’universo, lo sforzo e l’opera di Borges, si incontrano personaggi che ci spingono alla ricerca di un luogo lieve, impalpabile, ineffabile, un luogo reale e interiore allo stesso tempo, dove provare a coltivare quella parte di noi alla quale nel nostro quotidiano non accordiamo l’opportunità di esistere. Un posto dove cercare, appunto, la nostra ‘beatitudo’.
“Il traguardo dei trent’anni – scrive la Compagnia in una nota – è quello di un percorso di crescita e affermazione che ai più sembrava un’utopia, un’utopia oggi felicemente realizzata. E, allo stesso tempo, rappresenta uno spartiacque, occasione di celebrazione e riflessione per una esperienza che ha fatto tanto, ma che ha ancora tanto da dire. La necessità di sublimare la storia della Compagnia della Fortezza in uno spettacolo-manifesto è pari all’urgenza di andare oltre quanto è già stato seminato, conosciuto, assodato, creato, statuito, per innescare nuove detonazioni nei percorsi di ricerca, sempre meno limitati al teatro, alla letteratura e alla poesia e che, cullando una tendenza che negli ultimi anni si è fatta sempre più forte nella quotidianità della Fortezza, abbraccino la filosofia, la filologia, l’estetica, la sociologia, l’antropologia, l’architettura. E da questi cercare di non essere mai determinati: il dogma è conoscere per contrastare e corrodere dell’interno, così andando oltre il limite del nostro universo e mondo umano, alla ricerca di un perché originale e primordiale, lontano dalle verità del relativismo e delle sensazioni personali: è questo il sentire che permea ‘Beatitudo’, il nuovo spettacolo verso cui sono tesi tutti gli sforzi di Armando Punzo e della Compagnia della Fortezza in questi mesi”.