Intervista a Fabio Canaccini: Aldilà dei campanilismi, nello sport è necessaria la concertazione con Pisa ai vari livelli

Fabio Canaccini8dicembre 2015di  Ruggero Morelli

Con Fabio Canaccini, dopo aver raccolto le sue idee sul mondo del remo e delle gare tradizionali, continuiamo a parlare delle attività sportive e degli impianti che interessano moltissimi cittadini di Livorno.

D: Ci sono state alcune vicende che hanno riguardato le piscine, il campo scuola Martelli e oggi lo stadio Picchi; come stanno i numerosi impianti della città?

R: Lo stato di manutenzione degli impianti è, in generale, assai carente. Alcuni impianti si salvano un po’ di più grazie alla manutenzione diretta dei gestori che, quando va bene, effettuano quella ordinaria, come previsto dalle convenzioni, e perché è loro interesse, in quanto anche utilizzatori. Quella che manca è la manutenzione straordinaria, che è a carico del proprietario (Comune) e che, in molti casi – significativo lo stato dello stadio, parzialmente chiuso -, incide anche sulla sicurezza degli utenti che spesso sono bambini e giovani. Un altro esempio: al campo scuola Martelli un fortunale abbatté la gabbia per il lancio del martello. A distanza di oltre un anno la nuova gabbia non è ancora agibile perché mancano delle “rifiniture” e malgrado lo sforzo della ASD Atletica Livorno – unica – che ha contribuito con € 15.000. Altro caso, quello delle piscine, alle quali sono stati fatti interventi cospicui ,ma che sono ancora carenti su molti particolari. Alcuni miglioramenti significativi sono stati realizzati dalle società sportive, vedi il tappeto in erba sintetica al campo di rugby Montano, i campi di calcetto in Coteto ed altri.

La realizzazione degli impianti si è fermata agli anni 70-80, quando amministratori avveduti credettero in questi investimenti che oggi offrono spazi a migliaia di livornesi grandi e piccoli sia per fare attività salutari, come pure agonismo che tanto lustro ha dato e dà a Livorno; con l’eccezione del palaModì. Restano ancora insufficienti le palestre, le strutture per la scherma, i campi da calcio e rugby e così altri. Qualcosa è sorto grazie agli sforzi di alcune società di privati, vedi la bella palestra Gemini ed altri.

D: Dopo l’uscita di scena della Uisp e la scomparsa di alcune società sportive, ed anche qualche veleno, qual è la situazione che avverti?

R: L’associazionismo ha subito un brutto colpo anche causa della crisi economica ma non solo. In una società che ha perso i propri riferimenti politici, sociali, anche il volontariato ha perso attrazione; di certo nello sport dove si soffrono carenze di dirigenti, di arbitri, di tecnici – sono aumentati i professionisti, non so se qualificati.

I praticanti sono aumentati, ma le società sono diminuite, quindi si è avuta una maggior aggregazione di atleti verso un minor numero di organizzazioni. Questo non è negativo, anzi; un esempio su tutti: le società rimaste possono contare su più introiti a fronte di minori spese. Le difficoltà delle istituzioni non facilitano l’avanzamento dello sport: il CONI non eroga più contributi causa la diminuzione dei fondi che oggi derivano da trasferimenti dello Stato. Infatti il Totocalcio è andato in crisi per la nascita di nuove decine e decine di giochi sui quali gli Italiani concentrano la loro attenzione e le loro speranze. Gli Enti Locali non danno ma chiedono allo sport. Si assiste: al pagamento per l’uso delle strutture, si chiede la gestione diretta comprese le manutenzioni ordinarie e straordinarie (vedi sopra), si cercano investimenti di privati per nuove costruzioni. Gli sponsor sono sempre meno, danno meno soldi e li concentrano molto sul calcio. Siamo in una fase difficile che il mondo dello sport sta tentando di superare, ed in parte ci riesce, proprio organizzandosi diversamente grazie alle fusioni, agli accorpamenti, alle collaborazioni. Purtroppo si perdono identità legate ai territori (realtà di quartiere), alle tradizioni, alla storia, all’antagonismo (si ricordi il benefico dualismo nel basket). Insomma, il quadro è molto cambiato e non siamo ancora ad un nuovo assetto.

D: Quali sono le discipline più frequentate e quelle che danno più danno lustro alla città?

In questi anni, per le femmine, è cresciuta moltissimo la danza; per i maschi la fa da padrone ancora il calcio che genera un drop-out elevato che causa difficoltà a far proseguire in altri sport chi è rimasto deluso – e sono tanti -. Gli sport che danno notorietà a Livorno sono ancora la scherma, il canottaggio, il nuoto, il basket, e si è aggiunta prepotentemente l’atletica con buoni risultati e tante maglie azzurre, oltreché con un aumento considerevole di giovani e giovanissimi. Stanno crescendo il pattinaggio, il motociclismo, è in ripresa il pugilato e discreti risultati si vedono anche nella vela e nel tennis.

D: Sembra un secolo fa che si parlava ogni giorno dell’ippodromo Caprilli, dell’area della Ceschina – un assessore entrò in netto conflitto col comune ed un altro si dimise per una scelta contestata – oggi quali prospettive ci sono con la nuova giunta?

Il progetto “Cittadella dello sport” merita una pagina tutta per se perché era un progetto articolato che guardava a più fronti oltre a quello dello sport: ambiente (acqua, aria, rifiuti, recupero e riuso), territorio, risorse, gestione degli impianti e dei servizi, urbanizzazione e traffico. Il progetto è ancora nei cassetti dell’Amministrazione ma questa Giunta non ne ha mai fatto cenno, pur avendo nel suo programma tutti questi temi come prioritari. Difficile dare un giudizio del lavoro fin qui fatto, il tempo alle spalle è poco, però i segnali non sono positivi, le cose fatte sono veramente poche ed alcune sono assolutamente negative, vedi quanto dicevo all’inizio per gli impianti. Ma questo vale anche per la promozione dello sport e l’aiuto concreto alle società ed agli sportivi che è stato praticamente azzerato.

Sento ventilare di un Comitato (consulta o simili) dello sport; ricordo che esisteva almeno venti anni fa, uno ne fu costituito di recente anche in Provincia, risultati ? parole. Non è con i discorsi che si aiutano i volontari che lavorano quotidianamente sui campi. Va bene anche una consulta per ascoltare, ma poi si devono risolvere concretamente i problemi, altrimenti … parole.

D: Visto che siamo entrati in clima di area costiera con la nuova commissione del consiglio regionale, ci sono margini per accordi con Pisa?

Aldilà dei campanilismi ho sempre visto di buon occhio la concertazione con Pisa ai vari livelli amministrativi e politici. Nello sport è necessaria, per quanto dicevo, ma la vedo ancora difficile. Le note vicende campanilistiche sono un po’ anche l’essenza prima nello sport; senza agonismo cala l’interesse dei praticanti e degli appassionati. Per molti aspetti, però, è indispensabile; non è più pensabile avere mega-strutture – ognuno la propria – nel raggio di 10 km. (ormai i confini si sono avvicinati di molto), sia per ragioni economiche legate alla realizzazione e gestione, sia per le necessità legate alluso anche di cittadini che, “fuggendo” dalle città, popolano le periferie dove i servizi sono normalmente più carenti a fronte, però, di un miglior tenore di vita.

sport

 

Recommended For You

About the Author: Pisorno