Tensione a Pisa, al termine di un corteo promosso dal sindacalismo di base: “dovete farci passare, vogliamo entrare…” e invece, giù botte e cariche. Due i manifestanti fermati e poi rilasciati
Pisa, 29aprile 2016 di Silvio Lami
Nel mirino dei contestatori anche il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che si è presentata al posto di Renzi, alla cerimonia del Cnr dove si celebra “Internet Day” a 30anni dalla prima connessione italiana. Tra le sigle e gli striscioni dei partecipanti alla protesta, oltre a quelle dei Sindacati di Base e Collettivi e Universitari, anche le “Vittime del Salvabanche”.
“Quel giorno di trent’anni fa si apriva un capitolo nuovo e appassionante per la storia delle comunicazioni nel nostro Paese. E quel capitolo iniziava proprio qui a Pisa, nella nostra regione. La Toscana intera vive questa ricorrenza con emozione e con un sentimento di orgoglio”. La vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni ha aperto così il suo intervento al Cnr di Pisa, in occasione dell’Italian Internet Day “Quell’esperimento avviato qui al Cnuce, il Centro universitario per il calcolo elettronico, ha consentito al nostro Paese di essere coinvolto in una rivoluzione digitale che ha avuto conseguenze epocali: basti pensare che Internet ha di fatto cambiato il nostro modo di vivere”. “Ciò che è avvenuto nell’aprile del 1986 a Pisa, dove sono presenti università e centri di ricerca di eccellenza, ci insegna quanto importante possa essere la ricerca per l’innovazione. E’ necessario perciò sostenerla e metterla al centro dell’attenzione sempre, non solo per un giorno, non solo per una celebrazione”.
Tuttavia non possiamo osservare che la manifestazione di oggi del sindacalismo di base svoltasi a Pisa, trova coincidenza con le imponenti manifestazioni, questi giorni vede riempire le piazze francesi contro la riforma del lavoro del governo Valls che ricordiamo, si ispira a quella varata in Italia da Matteo Renzi. E non è mancato, postato fino alla noia su tutti i media nazionali, il commento del premier Matteo Renzi in video collegamento con il Cnr: “Mi spiace per gli scontri che si sono registrati questa mattina. Sono francamente incomprensibili… Stiamo discutendo di come Internet possa aiutare il Paese a creare competitività. È una di quelle cose su cui non ha proprio senso litigare”
Ma, il punto è che le contestazioni non erano rivolte allo sviluppo di Internet, ma alle politiche del Governo che presiede. Ed ecco che, in contemporanea, tutte le reti radiotelevisive si apprestano a dare la notizia che grazie al Jobs Act, la disoccupazione scende e aumentano i posti di lavoro. Peccato che la percezione nel Paese si diametralmente opposta e cioè, avverte l’aumento della precarietà, dei licenziamenti, degli sfratti per morosità incolpevole e perdita crescente dei diritti.
Sulla vicenda è intervenuto anche Tommaso Fattori consigliere regionale di “Si Toscana a Sinistra”: “Incomprensibili? Sì, ne rispondano i responsabili del disordine pubblico. Strana questa modernità piena di vecchi manganelli”.
“Ho visto le immagini delle cariche a Pisa contro un corteo pacifico. Dice Renzi che si tratta di scontri “incomprensibili” e in effetti sono incomprensibili. Il fatto è che Renzi deve chiederne conto ai responsabili del “disordine pubblico”, dato che una ragione per manganellare i manifestanti proprio non c’era”. E conclude: “che strana questa brillante modernità renziana. Si parla tanto di internet e innovazione ma poi si continua ad usare il vecchio manganello”.
Questo che segue è il commento dei Cobas Pisa, giuntoci al termine della protesta: “Tra manganellate e fermi si consuma lo spot Governativo al Cnr”
Oltre 600 manifestanti in piazza a Pisa per dire no alle politiche del Governo Renzi. Nei giorni scorsi, la commissione di garanzia ha bloccato lo sciopero nella stragrande maggioranza dei settori pubblici e privati, ove si applica la famigerata legge 146 del 1990 che con continue modifiche, per altro peggiorative, sancisce la impossibilità di esercitare lo sciopero in lunghi periodi dell’anno.
- Non a caso ormai la legge 146 viene utilizzata per vanificare vertenze e lotte che si scontrano con una lunga sequela di regole costruite ad arte per rinviare e limitare l’esercizio dello sciopero.
- In altri casi, ove la 146 non si applica, i Cobas avevano indetto lo sciopero e in piazza sono giunte delegazioni per esempio dal Polo logistico della Piaggio e da alcune cooperative/aziende.
La manifestazione di oggi ha visto uno spropositato schieramento di CC e Ps, una città militarizzata per impedire ai manifestanti anche il solo avvicinarsi al Cnr, praticamente impossibile accedervi con il traffico paralizzato e un diritto costituzionale di fatto limitato ai minimi termini. Alla fine del corteo, davanti al lancio di insalata ci sono state alcune cariche con feriti e fermi, una evidente sproporzione tra “offesa e la risposta della Questura”. Di fatto, questo Governo viene accolto in ogni città da contestazioni di piazza con lavoratori, esodati, vittime delle banche e realtà sociali che ne contestano le politiche.
Per queste ragioni la criminalizzazione del dissenso, la limitazione del diritto di sciopero, la paura e la rassegnazione diventano strumenti e risposte per mettere a tacere una opposizione politica, sociale e sindacale che nonostante il restringersi delle libertà/agibilità collettive e individuali non si rassegna a subire le politiche di un Governo che si accanisce con violenza inaudita contro lavoratori, studenti, disoccupati e contro chiunque rivendica diritti e tutele.
Video di un pezzo del corteo: