Grande interesse e forte partecipazione all’incontro messo in cantiere dalla “Fondazione Zanchetta” assieme al “Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati” e, non poteva essere diversamente considerato che in programma era garantita la presenza del leader storico del Movimento Campesino peruviano, fondatore della rivista “Lucha Indigena”
Hugo Blanco Galdos che, proprio in queste settimane ha compiuto un intenso tour europeo, nonostante la sua età.
9maggio 2015 di admin
Blanco, personaggio carismatico che incarna le lotte di resistenza dei popoli andini contro l’esproprio delle proprie terre ancestrali, ha affrontato diversi temi, sottolineando gravi episodi di ingiustizia sociale e di devastazione ambientale, e ha presentato al pubblico le ultime lotte a cui ha preso parte. In particolare ha esposto il progetto del governo peruviano di concessione ad una grande impresa mineraria lo sfruttamento di una enorme miniera a cielo aperto in un’area vitale per la sopravvivenza delle comunità indigene e dell’equilibrio ambientale dell’area interessata.
Andrebbero infatti a deturpare alcune lagune chiamate cabecera de cuenca, fonti d’acqua che, superficialmente o attraverso il sottosuolo, si espandono su grandi estensioni di territorio dando origine a vari corsi d’acqua.
Hugo ha spiegato che le quaranta lagune di altura attraverso percorsi sotterranei alimentano con la loro acqua circa 600 sorgenti poste a diverse altezze e riforniscono di acqua decine di migliaia di campesinos che la utilizzano per il loro fabbisogno personale ma anche per i campi e gli allevamenti, per sfociare successivamente in cinque fiumi che si riversano parte nel Pacifico e parte nel bacino amazzonico finendo infine nell’Atlantico. La miniera necessita di molta energia, così queste acque verrebbero intercettate a valle, al loro arrivo sul Rio Marañón, affluente del Rio delle Amazzoni, per costruire una grande diga idroelettrica che espellerebbe centinaia di migliaia contadini dai loro terreni.
A El Perol, attorno alle lagune, è in corso da alcuni anni un esasperato braccio di ferro che ha già avuto i suoi morti fra i comuneros, al governo peruviano e ad una potente compagnia mineraria si contrappone con determinazione la popolazione locale, consapevole delle conseguenze nefaste che questa miniera “a cielo aperto” comporta per la loro sopravvivenza personale ma anche delle comunità stesse che vivendo in simbiosi con la madre terra (Pachamama) da millenni, andrebbero incontro ad un inesorabile genocidio.
Attraverso la passione e il carisma che trasmette con i suoi discorsi, Hugo ha acceso nell’animo dell’ascoltatore quella speranza di cui oggi chi non si rassegna a vivere in questa società globalizzata, dominata dalle multinazionali alla ricerca “del maggior profitto nel minor tempo possibile”, ha estremo bisogno. E’ stato sorprendente ascoltare da un uomo ottantenne ma dallo spirito indomito, che sta percependo i segnali che un “nuovo modo” stia germogliando, partendo proprio dalle società tradizionali che resistono, come quella andina, o da quelle destrutturate dalla crisi economica e sociale, come in Grecia, che ha attraversato da nord a sud nei giorni scorsi.