9maggio 2015 da profilo facebook di Filippo Nogarin
Cari Concittadini e Concittadine,
come sapete la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani è attualmente realizzata a Livorno dalla nostra Società A.Am.P.S. SpA. La Legge Regionale n. 61/07 ha però avviato un percorso con il quale ci si prefigge di individuare un gestore unico che sia una società mista a maggioranza pubblica per il 55% e quota parte di proprietà privata per il restante 45%. Per questo nel 2011 si è arrivati a costituire la società “RetiAmbiente Spa”, attualmente ancora interamente pubblica, dove sono confluiti i 102 Comuni dell’Ato “Costa”.
L’iter della relativa gara è in corso e contempla un appalto del valore di 6 miliardi di euro circa della durata di 20 anni per erogare il servizio di nettezza urbana ai Comuni coinvolti.
L’intento di aumentare l’efficienza delle aziende e ridurre i costi di gestione e gli eventuali sprechi presenti è ampiamente condivisibile. Con il passare degli anni, però, il contesto è mutato notevolmente sotto molteplici aspetti (ad esempio crescono le raccolte differenziate, i consumi si sono ridotti e diminuiscono i rifiuti destinati agli inceneritori), così come i benefici in un primo momento ipotizzati. Gli obiettivi, pertanto, dovranno inderogabilmente essere raggiunti attraverso percorsi alternativi, senza disperdere la totalità delle risorse proprie delle aziende pubbliche locali.
La tesi, tra l’altro, trova finalmente conforto anche nel Piano Straordinario di Ambito dove si evidenzia con chiarezza che non c’è più la necessità di smisurati investimenti a vantaggio di impegni più contenuti ed una migliore gestione supportata da una visione strategica di più ampio respiro. Non una terza linea all’inceneritore dei rifiuti a Livorno, quindi, ma strutture per il compostaggio, dedicate alla preparazione, selezione e valorizzazione dei materiali da riciclo.
Il tutto in un’ottica di riduzione drastica dell’impatto ambientale e di una corretta gestione dell’intera filiera del rifiuto finalizzata al recupero di materia.
Tutto ciò sta a significare che le “cure” di un socio privato non servono, tanto più che la normativa Comunitaria non pone vincoli su questo aspetto e contempla l’ipotesi in cui questi Ambiti Territoriali Ottimali possano essere anche gestiti da macrostrutture interamente pubbliche. Tra l’altro quanto sta avvenendo in Ato “Sud” ci ha messo in grande allarme spingendoci con maggiore forza ad affrontare il problema in termini di collaborazione con gli altri Comuni interessati: in tale territorio, infatti, il percorso della gara è stato concluso recependo il socio privato già da un anno, ma il tributo è stato incrementato vertiginosamente e i posti di lavoro sono a rischio!
Anche sulla scia di quanto avvenuto nelle aree a noi vicine siamo quindi intervenuti prontamente interrompendo un percorso meritevole certamente di attenzione e dovuto per legge, ma ora preoccupante sul piano dell’effettiva realizzazione rispetto agli obiettivi precedentemente decantati. In questo contesto quando abbiamo alzato la mano per chiedere lumi su ciò che già era stato fatto è stato sollevato un polverone. Poi, dopo avere aperto un dibattito costruttivo sulla questione, molti nodi sono venuti al pettine e tanti Comuni, animati dal buonsenso e dalla salvaguardia dell’interesse collettivo, sono pronti a seguirci su una strada alternativa più prudente rispetto ai pericoli che quella intrapresa rischierebbe di far correre alla nostra città.
Siamo convinti che il macro-soggetto individuato in “RetiAmbiente SpA” debba restare interamente pubblico.
Eventuali profitti, realizzati a regime di massima efficienza, potranno essere totalmente reinvestiti per il miglioramento della gestione complessiva del sistema-rifiuti. In quest’ottica sarà indispensabile trovare sinergie pubbliche ancora più forti che possano permettere di realizzare piani industriali di medio-lungo periodo e favorire investimenti a vantaggio della realizzazioni di impianti all’avanguardia sul piano della sostenibilità ambientale e, al contempo, su quello economico-finanziario.