11ottobre 2015 di D.N.
Il filosofo arabo musulmano nato in Spagna, Averroè, concluse la sua vita a Marrakesh in Marocco ed erroneamente, nell’Occidente latino, gli sarà attribuita la cosiddetta dottrina della doppia verità, secondo la quale la verità a cui si può pervenire con la ragione per via puramente filosofica é diversa e, talora contrastante con la verità di fede.
Un’interpretazione discutibile ma che comunque attribuisce al mondo arabo una certa doppiezza di comportamenti tra quanto prescrive il Corano e quanto viene poi applicato dai fedeli. Ne è un esempio il film ‘scandalo’ girato appunto a Marrakesh “Much loved” censurato in Marocco ed ora coraggiosamente distribuito da Valerio De Paolis.
Il film è stato preceduto da allarmanti notizie di cronaca con minacce di morte nei confronti del regista e delle interpreti “La prostituzione esiste, non ho voluto certo sporcare l’immagine del Marocco. Quelli che la macchiano sono coloro che proibiscono il film. Da 15 anni la libertà di espressione fa enormi passi avanti, ma con questa messa al bando viene tutto azzerato. Io ho voluto mostrare un pezzo di realtà, dire tutto, senza concessioni né falsi pudori.” ha dichiarato il regista Nabil Ayouch. Il film presentato con successo a Cannes alla Quinzaine racconta la vita di Noha, Randa, Soukaina, Hlima e le altre vivono amori mercenari. Fanno le prostitute, sono oggetti del desiderio. Tra lampi di carni e corpi che si mostrano e si eccitano, il denaro circola al ritmo del piacere e delle umiliazioni subite. Eppure, allegre, vivaci e complici, piene di dignità ed emancipate nel loro regno al femminile, queste donne superano la violenza della società marocchina che, pur condannandole, le sfrutta. La loro amicizia costringe l’intimità a trovare nuovi spazi e il nostro sguardo a osservare una nuova verità.
Le autorità marocchine che lo hanno vietato, ritengono che il film offenda gravemente i valori morali e la donna marocchina oltre che l’immagine del paese.
L’autore oggi vive sotto scorta e gli attori hanno subito minacce. In Francia Il mondo del cinema, dai fratelli Dardenne a Costa Gavras, si è sollevato per lanciare un appello di solidarietà.
Assistendo alla proiezione del film non si può nascondere un certo disagio per la crudezza e l’estremo realismo del linguaggio, di certe scene di sesso ai limiti della pornografia ma, la pellicola raggiunge il suo scopo nel denunciare l’esistenza di quella doppia morale che investe il Marocco. Meta di turismo sessuale, una fonte di ricchezza per il paese che non può ignorare l’esistenza di un fenomeno che vede ricchi sauditi trasgredire tutte le regole religiose dandosi all’alcol, alla droga, all’orgia continua in lussuose ville.
Secondo l’Huffington Post sono 19.000 le prostitute attive in quattro delle più grandi città del Marocco, ovvero Rabat, Fez, Tangeri e Agadir. Del numero di donne impegnate invece a Casablanca e Marrakech non si conosce l’entità, troppo grande per essere quantificata. Doppia morale dalla quale non si salva nessuno né la polizia corrotta le né famiglie che vivono alle spalle delle prostitute ma si vergognano di riceverle in casa.