La condizione in stato di abbandono in cui versano i vestiti del “Gioco del Ponte”, da anni in attesa di un restauro, è una questione che ormai si trascina da tempo e non trova risposte.
21gennaio 2015 da Cobas Pisa
Ma, quella del mancato adeguamento alle norme di sicurezza dell’officina del gioco del Ponte, benché portato a conoscenza all’Amministrazione del Comune è un altro aspetto non più rinviabile che attende soluzioni ormai da 5 anni. La responsabilità di questa situazione non possono più essere taciute e l’assessore Federico Eligi, deve assumersi tutte le sue responsabilità.
Se confrontiamo Pisa con le altre città Repubbliche Marinare si capisce dove stanno i problemi, per esempio: mancano strumenti di lavoro, organici adeguati con un piano di investimento e di programmazione. Da troppi anni le manifestazioni storiche sono diventate solo lo strumento con cui qualche politico si fa propaganda, cercando interazioni con associazioni, quartieri, società sportive e Istituzioni scolastiche.
Una officina a norma e con organici adeguati, sarebbe facilmente realizzabile con pochi stanziamenti economici, magari da recuperare con risparmi da inutili spese di rappresentanza o da manifestazioni che potrebbero avere costi accettabili. Oltre alla sicurezza questo consentirebbe di ridare splendore alle armature ormai corrose dalla ruggine e restaurare i costumi (anche assumendo personale dalle categorie protette) e, di riportare il Gioco del ponte all’interno di una cornice che unisca, le manifestazioni storiche alle attività di promozione turistica della città
Emblematico è il caso delle 4 barche di san Ranieri ormai a rischio di sfascio, da mesi in stato di abbandono alla Navicelli quando, invece, potrebbero essere ospitate al riparo nei locali della Valdarno e messe nelle condizioni delle necessarie opere di riparazione e manutenzione.
Mandare in malora questo patrimonio rappresenta un danno di immagine per la città di Pisa e la sua storia, ma anche una rimessa economica se consideriamo che si tratta di barche storiche, costruite nei Cantieri Pisani da maestri d’ascia, rimaste nei vecchi magazzini di via San Jacopo fino al loro disfacimento e, allo stato attuale si trovano in rovina, abbandonate ai Navicelli, per capire di che si parla, ricordiamo che già quindici anni fa ebbero una valutazione di oltre 400 milioni di lire.