Un’altra azienda importante disinveste su Pisa, senza confronto con i lavoratori e le parti sociali
18giugno 2016 da Tiziana Nadalutti #Una città in comune/Rifondazione Comunista Pisa
Sulla vicenda intervengono “Una città in comune e Rifondazione Comunista, che solidarizzano con le e i dipendenti d Ericsson e rivendicano che le istituzioni si facciano parte attiva nell’interesse di Pisa, delle lavoratrici e dei lavoratori.
Siamo davanti all’ennesima dimostrazione di arroganza del mondo delle imprese, che fa pagare alle lavoratrici e ai lavoratori la crisi: non possiamo trovare altre parole per definire il comportamento della Ericsson, che ha deciso di cancellare la propria presenza a Pisa con effetti molto pesanti sull’occupazione nella nostra città. Un vero e proprio colosso che negli anni scorsi ha beneficiato di milioni e milioni di euro da parte della Regione Toscana ora, dopo aver preso i soldi, leva le gambe lasciando dietro di sé un deserto.
Sarebbe questa la tanto decantata responsabilità sociale dell’impresa?
Essere grandi e forti è utile per estrarre da un territorio tutta la ricchezza che può dare, utilizzando come uno specchietto per le allodole i posti di lavoro al fine di ottenere finanziamenti, e senza mettere in atto davvero serie politiche di sviluppo aziendale. Così Ericsson manda a casa dall’oggi al domani lavoratori e lavoratrici e ne trasferisce altri a Genova senza alcun confronto con i sindacati e con il tessuto istituzionale. Questo suggerisce la logica della massimizzazione del profitto. Siamo la fianco dei lavoratori e delle lavoratrici che sono scesi in piazza per difendere il loro posto di lavoro ma anche contro un modello imprenditoriale che non possiamo che definire predatorio. Occorre che le istituzioni locali siano decise nel contrastare tale modello, e che non tollerino questi tipi di comportamento. A maggior ragione quando investono denaro pubblico a sostegno del sistema produttivo dato che, lo ricordiamo, l’investimento pubblico deve avere finalità di valenza generale.