Una iniziativa che comunque ha avuto il merito di contribuire a rompere il silenzio, che finora ha coperto i ritardi rispetto agli investimenti e ai problemi di sicurezza rilevati nello Stabilimento, portando le organizzazioni sindacali a proclamare la prima ora di sciopero dell’era Aferpi.
21settembre 2015 da Gruppo di minoranza sindacale e altri lavoratori/trici
Il campeggio cassaintegrati si chiude con la visita del Sindaco Massimo Giuliani e la comunicazione sulla richiesta avanzata sul TFR, dove nonostante gli sforzi fatti, nulla è cambiato e, siamo sempre al punto di partenza cioè, al fatto che l’erogazione dell’integrazione del 20-30% più volte da noi sollecitata per i cassa integrati e per coloro che hanno perso il lavoro, non è assolutamente ipotizzabile.
Rompendo il silenzio, si è comunque prodotto un piccolo risultato:
- la Regione sta infatti tornando sui suoi passi ristabilendo il contributo del 10% abrogato pochi giorni fa.
- Il Sindaco Giuliani ci ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione e quello suo personale, senza però alcuna assicurazione credibile sulla realizzazione degli investimenti promessi da Aferpi.
Le dimissioni dell’ Ing. Zambon, afferma il Sindaco, vanno viste in modo positivo, perché a suo avviso queste dimissioni permetteranno di reperire professionalità più elevate in grado di gestire la situazione nella sua complessità. Questo risulta strano in quanto l’Ing. Zambon era stato presentato come la migliore professionalità reperibile sul mercato.
Ringraziamo il Sindaco Giuliani per l’impegno dimostrato, ma possiamo solo prendere atto che per le istituzioni la situazione viene affrontata in termini di risoluzione dei problemi individuali e non collettivi; con una politica di aiuto al “più povero” e non con una politica di salvaguardia della socialità del territorio. Aiutare determinate situazioni “è cosa buona e giusta…” ma non tocca minimamente il problema centrale di tutti coloro che hanno perso un lavoro o di coloro che non l’hanno mai avuto e quindi vogliono averne uno, vecchio o nuovo che sia. Le risposte sono totalmente insoddisfacenti, è impossibile vivere con 800 euro al mese ma soprattutto senza avere certezza di rientrare a lavoro.
E’ dunque inevitabile non arrendersi ora ma è assolutamente necessario continuare la nostra battaglia per ottenere garanzie e certezze ancora assenti.
Il nostro eterogeneo gruppo, formato da persone di varia estrazione, di diverso credo politico, pur non avendo formalmente nessuna responsabilità né istituzionale né sindacale ha deciso di mettere in piedi anche manifestazioni inusuali (vedi Il Camping Cig), vivendo il dramma della perdita del lavoro e per sollecitare quelle risposte che tardano ad arrivare. Abbiamo deciso di prendere in mano il nostro futuro; non facciamo strumentalizzazioni perché le necessità dei lavoratori e i loro sacrifici sono veri.