Nella serata di ieri, Martedi’ 17 Novembre, si è dimesso il Magistrato della Misericordia di Pisa formato da 11 membri, con Governatore il commercialista Luigi Marchetti
18novembre 2015 da Cobas Pisa
I Cobas avevano già denunciato, mesi fa, la crisi interna alla Misericordia, crisi acuita da contrasti sulla gestione del 118 che il Governatore, e il suo braccio destro Orvietani, volevano dismettere già un anno or sono fermati solo dalla strenua opposizione dei volontari.
Nell’arco di pochi anni, Misericordia di Pisa ha perso gran parte dei servizi e del personale, basti ricordare il trasporto sociale e sanitario (interno all’ospedale), gli ambulatori e tanto altro ancora.
Contrariamente a quanto dichiarato dal Vescovo e dai vertici della Misericordia, i 32 licenziamenti del 2013 non hanno salvato dal collasso la Confraternita perché non è mai esistito quel piano di rilancio sbandierato sulla stampa dal Governatore, infatti gli immobili sono rimasti sfitti, gli ambulatori dismessi, rimosse le convenzioni con i medici in affitto, le attività sociali ridotte al solo 118 che per mesi è stato sul punto di chiudere perché giudicato una rimessa.
E’ evidente che le pur tardive dimissioni del Magistrato (organo dirigente della Misericordia) sono il frutto di un clima avvelenato, di insanabili divisioni interne e della assenza di ogni controllo da parte di Mons Benotto che per Statuto avrebbe dovuto esercitare un ruolo di controllo e di garante. Su di lui pesa la responsabilità della attuale situazione.
Non immune da colpe è anche la Misericordia Toscana, l’intervento del Presidente Corsinovi, strenuo difensore dei licenziamenti del 2013 e del Governatore dimissionario, è tardivo e inefficace visto che il ruolo della Confraternita, in ambito socio sanitario, si è nel frattempo ridotto al lumicino quando un intervento sarebbe stato possibile conservando parte dei servizi dismessi.
Le stesse attività profit come quelle cimiteriali sono state ridimensionate palesando incapacità gestionali come determinano le riduzione dei funerali e le minori richieste per le sepolture nel cimitero della Misericordia (ormai rimangono meno di 50 posti liberi)
Per anni si sono raccontate bugie ai soci, per esempio quando veniva detto che l’immobile del Cep stava per essere venduto, infatti non solo non ci sono mai stati acquirenti ma addirittura si sono cacciati quanti pagavano gli affitti.
Una gestione all’insegna della dismissione della Confraternita, non certo finalizzata alla salvaguardia della stessa e al rilancio delle attività.
Tutto ciò, già nei prossimi giorni, potrebbe tradursi nel blocco degli stipendi e, a inizio 2016, nel licenziamento degli ultimi dipendenti (passati da 67 a 23 nell’arco di due anni e mezzo). Chiediamo al Prefetto di farsi carico di questa situazione, è inaccettabile dismettere un importante patrimonio lavorativo e professionale che determinerebbe anche la fine della esperienza di volontariato in ambito socio sanitario e nella stessa protezione civile.