A passi di danza per ripercorrere un viaggio attraverso i più oscuri vicoli dell’animo umano. Lo spettacolo inizia lì dove tutto finisce… nel bene o nel male ad ognuno il suo Viaggio, il suo Patto, il suo Destino
Pisa, 09 maggio 2016 di Miranda Parrini
INFAUST è lo spettacolo di danza dell’Imperfect Dancers Company che ha debuttato con successo al Teatro Verdi di Pisa, sabato 7 maggio 2016, alla sua prima nazionale, nella programmazione della danza diretta da Silvano Patacca. Liberamente ispirato da Faust l’opera letteraria di Goethe, la tragedia del sapere e dell’amore, tra le più importanti della letteratura europea e mondiale, immensa e monumentale difficile da riassumere in un solo spettacolo, è stata messa in danza ripercorrendo alcune più importanti scene.
La creazione, l’idea e le coreografie sono di Walter Matteini e Ina Broeckx, molto apprezzati dalla critica per il lavoro creativo, innovativo e di ricerca che si distacca dall’interpretazione convenzionale delle produzioni artistiche di danza contemporanea, in scena grazie al virtuosismo tecnico e alle capacità espressive dei danzatori dell’ensemble, formata da nove eccellenti interpreti: Ina Broeckx, Jacopo Grabar, Kaja Lin Avguštin Jagodič, Naya Monzon Alvarez, Stefano Neri, Daniel Flores Pardo, Oscar Perez, Jessie Lee Thorne.
La trama e lo “Streben”, l’anelito di cercare e andare oltre, è il tema dominante dell’intero poema di Goethe. Mefistofele reclama l’anima di Faust ma Faust ha la forza di rifiutare l’aiuto del diavolo, grazie alla costante aspirazione all’infinito a Dio, si salva.
Intrigante e coinvolgente nella trama la particolarità dei personaggi con le loro debolezze e punti di forza e del Faust ormai nuovamente invecchiato e stanco, scorre la propria esistenza di inferni personali, nei suoi ultimi istanti di vita. Gli amori, le avventure, Margherita e Wagner, il suo fedele allievo in una sorta di alter-ego che non lo abbandona mai. La purezza, l’amore, la salvezza sono invece lei Margherita. Mefistofele il cattivo della storia, ingannato suo malgrado, nella nostra versione è un doppio uomo-donna, che si rivela nella sua diabolica umanità.
Una figura volutamente estranea al testo di Goethe, un essere superiore che i coreografi hanno sentito il bisogno di inserire nell’INFAUST affinché quella grande macchina che è il Destino, avesse un senso, è invece colei che tesse la tela e intreccia i fili.
Di grande effetto la scenografia e l’inquadratura quasi cinematografica della presenza in scena dell’artista Paolo Cervi Kervischer, riconosciuto a livello internazionale per la sua ricerca pittorica e fotografica, impegnato sul palcoscenico nella fase creativa a dipingere sulle grandi tele, nella continuità della musica e dei passi di danza. L’artista triestino, che ha esposto le sue opere anche nel Foyer del teatro, ha realizzato in scena, dal vivo, tre dipinti su grandi tele, una simbologia che sembra rievocare le tre fasi dell’opera letteraria di Goethe, scritta in tre momenti diversi della sua esistenza.
La creativa capacità coreografica di Walter Matteini ha amalgamato la danza ed l’arte pittorica, corpi e stili diversi stimolandoli ad entrare perfettamente nella musica. Nell’INFAUST le musiche sono di Arvo Part, Philip Glass, Max Richter, Ezio Bosso, Giuseppe Verdi. Scene e Costumi di Ina Broeckx, le luci di Bruno Ciulli.
Prima dello spettacolo una folta platea di pubblico ha potuto incontrare nella cantinetta del Teatro Verdi e parlare dal vivo con Walter Matteini.”La vera perfezione si cela nell’imperfezione. Come esseri umani abbiamo tutti delle imperfezioni, e costantemente ci impegniamo nell’irraggiungibile ricerca della perfezione, anche i ballerini, allo stesso modo hanno ciascuno le proprie imperfezioni che li rendono unici, e assolutamente perfetti nella loro unicità”, come l’ “ImPerfect Dancers Company”. Con questo paradosso si apre il profilo professionale di Walter Matteini, considerato tra i più interessanti coreografi protagonisti della scena contemporanea europea.
Coreografo e direttore dell’ensamble “ImPerfect Dancers Company”, con l’eclettismo e la sensibilità di Ina Broeckx, eccellente ballerina che permea tutta la compagnia di danza, inventrice e progettista dei costumi e delle scene, collabora con Walter Matteini partecipando anche alla creazione stessa degli spettacoli. Insieme hanno fondato nel 2009 l’Imperfect Dancers Company, residente presso il Teatro Verdi di Pisa, in poco tempo hanno portato l’ensamble trionfalmente nel panorama della danza internazionale con tournée in tutta Europa, Africa, America e Stati Uniti, ottenendo prestigiosi riconoscimenti e affermandosi a pieno titolo grazie a coraggiose scelte artistiche e ad un linguaggio innovativo, basato sulle differenze e imperfezioni dei suoi danzatori, percepite e utilizzate come un punti di forza.
La creatività di Matteini trae spunto dalla musica, dalle storie che lo ispirano e dal vissuto reale. Si è avvicinato al mondo della danza da ragazzino, si è diplomato all’Accademia Nazionale di Danza di Roma, ha lavorato per le più importanti compagnie italiane e straniere come Aterballetto, Balletto di Roma, Balletto Nazionale di Marsiglia R. Petit, Balletti di Monte-Carlo, Opera di Lione.
Il linguaggio coreografico proposto è profondamente fisico, trae ispirazione dalla storia e dalla letteratura e punta a creare un legame emotivo con il pubblico, trasmettendo e comunicando emozioni. L’unicità e l’originalità coreografica è rispecchiata nella serie di spettacoli creati in questi anni tra cui Il Cigno nero, Anne Frank e Madame Butterfly, portati in scena nei più importanti Teatri, oltre ad avere girato e realizzato il film Madama Butterfly’s son.
Matteini mette in danza il Faust
D. Grande successo alla Prima, di grande interesse l’analisi interpretativa di opere liriche e testi teatrali da cui nascono nuove storie, come è nata l’idea di tradurre in danza? .
R. Il gesto e il corpo dei danzatori ripropongono con energia le emozioni e le passioni facendosi interpreti della potenza evocativa dell’opera, delle storie che ci toccano più di altre, sicuramente cerchiamo chiavi di lettura diverse, originali per quanto possibile. Per noi è fondamentale non limitarci a riprodurre il lavoro di altri ma a darne una nostra visione. La rende più vicina a noi, ci aiuta a farla nostra. Il nostro scopo è quello di raccontare una storia, la nostra storia, e farlo nel migliore dei modi possibili. Lasciare allo spettatore un’emozione, bella o brutta, di felicità o rabbia, non importa… l’essenziale è non lasciarli indifferenti.
D. La musica ha un ruolo primario, nell’INFAUST il suono e la musicalità dell’acqua scandisce il tempo, talvolta drammatico nel suono della campana, talvolta gioioso della danza, attrae, coinvolge ed emoziona il pubblico, che cosa ispira maggiormente le vostre creazioni?
R. Prestiamo estrema attenzione alla musica, che non deve essere un accompagnamento fine a se stesso ma parte integrante del racconto. Il nostro intento è quello di cercare e individuare, la musica adeguata per il momento coreografico che vogliamo creare, come per la parte coreografica e scenografica, trovare i passi di danza, quelli adatti per esprimere la situazione in corso, ai nostri danzatori chiediamo prima di tutto, di essere persone naturale, umani, non solo artisti. Le loro debolezze sono le stesse di quelle del pubblico che li osserva.
D. Lo scrittore Goethe lavorò per sessant’anni al poema drammatico “Faust”, scrivendo bozze, revisionando e aggiungendo le sue conoscenze e le sue dottrine culturali, voi quanto tempo avete impiegato per mettere in scena lo spettacolo di danza InFaust?
R. Molto tempo, mesi e mesi di prove, ore di lavoro dei tecnici, abbiamo impegnato circa un anno. Quando Goethe ebbe terminato si rese conto egli stesso della complessità della sua opera e, disse che “avrebbe di certo rallegrato chi sa leggere un’espressione del volto, uno sguardo, una mossa appena accennata. Questi troverà persino più di quanto io fossi in grado di dare”.
D. Walter Matteini come si sente dopo una performance come questa dell’InFaust?
R. Se lo spettacolo incontra il parere positivo del pubblico, tutti i momenti faticosi hanno un senso e danno un senso a quello che si fa, perché i momenti faticosi sono attimi di gioia!