Ad un anno dal lancio della Campagna “No Amianto Publiacqua”, arrivano i risultati delle prime analisi imposte alle istituzioni, dalla mobilitazione popolare e grazie alle pressioni del Comitato
3dicembre 2015 da “No Amianto Publiacqua”
E da quanto si evince dal documento diffuso dall’Autorità Idrica Toscana si viene sapere che il fenomeno non si ferma solo all’area gestita da Publiacqua (Firenze, Prato, Pistoia, Medio Valdarno) ma che è purtroppo diffuso anche in altri territori della regione. Nero su bianco AIT ci informa che l’amianto è stato trovato nei comuni di Agliana e Pistoia (Publiacqua spa), Camaiore, Forte dei Marmi (Gaia spa), Livorno, Cecina, Piombino, Rio Elba (Asa spa), San Giuliano Terme, Santa Croce sull’Arno (Acque spa). Qui è possibile scaricare il documento con le date di analisi e i valori riscontrati: Autorità idrica toscana: focus sugli acquedotti in amianto/monitoraggio, presenza di fibre cemento-amianto su-campioni prelevati fra novembre2014/agosto2015
Ricordiamo che le fibre di amianto, anche le nano, provocano il cancro nell’organismo umano. Una recente classificazione compiuta dall’Agenzia Internazione Ricerca sul Cancro (IARC) si concentra e analizza tutte le forme di asbestosi sicuramente cancerogene compresa quella derivante dall’amianto ingerito. I cancerogeni del gruppo 1 IARC, infatti, non hanno soglia: l’unica soglia possibile per la sicurezza dei cittadini è zero. Pertanto nell’acqua ‘potabile’ la concentrazione deve essere zero.
Nonostante ciò Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana (ovvero l’associazione dei “padroni” dell’acqua, con fare arrogante fa sapere che “Non c’è nessun problema nell’acqua toscana. Si può bere tranquillamente dal rubinetto e non esistono rischi di salute pubblica. Basta, dunque, con questi allarmismi sull’amianto”. Nessuno che voglia approfondire la questione, che ponga domande confutando quanto erroneamente dichiarato: l’opinione pubblica va tranquillizzata e deve continuare a bere acqua pericolosa, nessuno deve pretendere che le società per azioni eliminino le pericolose tubature che scopriamo addirittura essere lunghe ben 1.900 chilometri, lo confessa lo stesso De Girolamo nella foga di stoppare il diritto dei cittadini ad un’acqua salubre.