Un romanzo sentimentale, divertente, perspicace e intrigante, che verte sulla ricerca della pace e sulla sete di sapere, senza tralasciare la via del giallo
22luglio 2016 admin
E’ stato presentato dalla stessa autrice e dai relatori Lorenzo Greco e Maria Antonietta Schiavina, a Livorno giovedì 21 luglio sul palco del festival “Eden. Parole e musica alla Terrazza Mascagni”, il progetto promosso dal Comune di Livorno con il Nuovo Teatro delle Commedie, Associazione Terme del Corallo Onlus, Mondadori, la Feltrinelli, Book & Company, Vittoria Iguazu, Edizioni Erasmo, Debatte Editore e Surfer Joe.
La grande scrittrice Dacia Maraini ha saputo creare un romanzo capace di attraversare molte tematiche: l’amore paterno, il tema della solitudine, la passione per la conoscenza, l’importante voglia di sapere. E ovviamente anche il tema dell’orrore che si nasconde in famiglie apparentemente per bene, dove i padri, ligi al dovere, partono per viaggi di lavoro, finendo però in bordelli dove delle bambine vengono quotidianamente sfruttate sessualmente per appagare il desiderio di violare la purezza e l’innocenza assoluta.
Nei giorni scorsi, il 7 luglio, Dacia Maraini è stata proclamata vincitrice della 35esima edizione del Premio Boccaccio 2016 per la letteratura italiana. E’ una delle scrittrici italiane più lette al mondo, è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi, editi da Rizzoli e tradotti in venti Paesi. Nel 1990 ha vinto il Premio Campiello con La lunga vita di Marianna Ucrìa e nel 1999 il Premio Strega con Buio. Nel 2011 è stata tra i finalisti del Man Booker International Prize e dal 2014 è tra i candidati italiani al Premio Nobel per la Letteratura. Il suo penultimo libro è Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza (2013).
Con il libro “La bambina e il sognatore” edito da Rizzoli, Dacia Maraini ha costruito un romanzo potente, illuminato per la prima volta da un’intensa voce maschile, il maestro Nani Sapienza, già segnato dalla morte crudele, per malattia della figlia Martina, che un sogno visita nella forma di una bambina che crede essere Lucia, uscita di casa con un cappotto rosso e mai più rientrata.
L’autrice ci porta, così, passo dopo passo, e attraverso un’ossessione di ricerca, al cuore di una paternità negata, scoprendo i chiaroscuri di un sentimento che non ha mai smesso di essere una terra selvaggia e inesplorata. Una ricerca di sé, che costringerà il maestro a ridisegnare i confini di un passato incapace di lasciarsi dimenticare.
Il lettore è coinvolto con una serie di emozioni vivide e forti nei confronti di ognuna delle vicende che si susseguono nel corso del romanzo.
Il profilo del personaggio maschile, Nani Sapienza, è estremamente positivo nonostante la perdita di sua figlia, non ha svoltato sulla strada dell’ indifferenza crudeltà del mondo ma, proprio perché sa cosa significa amare e soffrire per un figlio, vuole fare tutto ciò che è in suo potere per cambiare le cose.
L’uomo è un maestro di quarta elementare, la perdita della figlia Martina lo porta a indagare su un sogno rivelatosi premonitore, nel quale vede una bambina con un cappotto rosso che si dilegua in uno stormo di uccelli bianchi. La conferma della premonizione onirica proviene dai notiziari, che il giorno seguente parlano della scomparsa della piccola Lucia.
Le pagine scorrono una dopo l’altra, senza lasciare neppure modo di accorgersi dell’effettivo tempo trascorso nel mondo del romanzo, che appare tristemente legato al periodo in cui tutti viviamo. Si parla di terrorismo, di bambini deviati dai discorsi ascoltati in famiglia, che finiscono per plasmarli, ahimè, a immagine e somiglianza di concetti malati e crudeli, alieni per la purezza delle loro anime, ma contaminate dal parassita dell’egoismo e della cattiveria. Si parla di religione e di diritto a proseguire nel proprio cammino di fede e di vita, che non dovrebbe essere costellato di indici puntati pronti a dirigere l’orchestra di al rogo!
Nani Sapienza è il maestro di quarta elementare che tutti vorrebbero avere, che in pochi possono dire di aver avuto. Ha un amore socratico per la conoscenza, scava alla radice delle questioni sulle quali interroga, durante la lezione, i propri alunni, trattandoli come adulti in potenza, piuttosto che come semplici bambini. Insegna loro a utilizzare la propria mente e a sintonizzarla col proprio spirito per trovare le vere risposte celate nel proprio io, cercando di farli allontanare dallo stampo genitoriale in base al quale, spesso, riceve risposte evidentemente preconfezionate in famiglia. Li rende partecipi di storie e fiabe avvincenti, ma anche dell’orrore del mondo: Lucia andava nella loro stessa scuola ed è scomparsa.
Ha però voluto lasciare qualcosa a Nani Sapienza, un sogno. Impronta indelebile della vita o mero frutto dell’immaginazione, della rielaborazione psicologica di un passato tragico? interessante domanda.
Al risveglio il maestro apprenderà dalla radio della scomparsa di una bambina, Lucia, che indossava un cappottino rosso e stivaletti bianchi. Nani si convince che la bimba sognata è proprio la bimba scomparsa. Le coincidenze non esistono. Inizierà così un’indagine privata che coinvolgerà tutto il paese di S., immobile provincia italiana, e il sogno si trasformerà in ossessione. Lui che nulla ha potuto per sottrarre sua figlia alla morte, cercherà di ritrovare la piccola scomparsa. Ritrovare Lucia vuol dire ritrovare se stesso, il suo ruolo di maestro e di padre, per ridare un senso alla sua vita.
“I sogni sono stracci di nuvole, scomposti e inconsistenti. Sono la mia consolazione e il mio tormento. Mi fanno sentire vivo, capisci? Vivo come non sono mai stato.”
Nani, con sua moglie Alice, ha dovuto superare il tragico evento della scomparsa di una figlia Martina per colpa della leucemia. Né Alice né tanto mento Nani si sono ripresi, anzi, la compagna di una vita e di un così grande amore ha deciso di abbandonare la casa nella quale viveva con la famiglia perché ricca di richiami a un passato felice del quale, però, restano ormai solo delle briciole e un po’ di eco.
Nani è solo col suo gufo sulla spalla, il suo angelo custode che lo invita sempre a riflettere prima di agire. Nani, che Lucia l’ha vista in sogno e che ha quasi avuto un infarto quando
ha visto il volto della piccola sul giornale, sente dentro di sé che la bambina è viva e persiste nel suo obiettivo di trovarla per riportarla dalla mamma e dal papà anche quando le indagini vengono sospese. È morta, pensano tutti, tranne quel maestro molto particolare e fatto tutto a modo suo.
Si incammina su un sentiero spinoso che attraversa temi caldi e delicati, come quello della prostituzione e della schiavitù minorile di Bangkok, ma si ritrova di nuovo sulla strada diretta verso la scoperta di se stesso.