26febbraio 2018 da redazione Pisa
Martedì 27febbraio, dalle ore 15:30, nell’Aula Magna di Scienze Politiche (via Serafini n.33) è in agenda un convegno sulla figure di Augusto Castrucci, un pisano anarchico da ricordare, un riferimento per il sindacalismo e l’antifascismo.
- Introducono: Emanuela Minuto (Università di Pisa) e Ezio Gallori (Associazione “Augusto Castrucci”)
- Intervengono: Franco Bertolucci (Biblioteca F. Serantini), Luca Baldissara (Università di Pisa), Bruno Possenti (Anpi – Pisa)
- Interverranno i familiari di A. Castrucci e rappresentanti sindacali, ovviamente l’incontro è aperto alla cittadinanza
- Organizzano: Associazioni Amici della Biblioteca Franco Serantini, Biblioteca Franco Serantini, Associazione Augusto Castrucci – Firenze, rivista “Ancora in marcia!”
Una mozione presentata dai consiglieri comunali Francesco Auletta e Marco Ricci (Una città in comune/Rifondazione Comunista) per intitolare un luogo della città a Castrucci, è stata recentemente approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Pisa.
Il testo della mozione:
Ricordando che il 27 febbraio 1952 moriva a Milano Augusto Castrucci, lontano da Pisa dove era nato ottanta anni prima, il 1ºgennaio del 1872, e da cui era stato costretto a fuggire per il suo impegno antifascista.
Valutato che a 66anni dalla sua scomparsa, la città di Pisa desidera rendergli onore considerando la possibilità di intitolare un luogo alla sua memoria.
Vista l’importanza e lo spessore storico della figura di Augusto Castrucci, macchinista ferroviere e sindacalista anarchico, il quale fu organizzatore della sezione pisana della Lega Ferrovieri Italiani sin dalla fine dell’800, si batté sempre per unire tutti i ferrovieri in un sindacato unico e indipendente; due anni dopo la nazionalizzazione delle ferrovie, nel 1907 venne fondato il Sindacato Ferrovieri Italiani, in cui Castrucci godette della massima autorevolezza e stima.
Visto che nel 1908 fondò proprio a Pisa la rivista “In marcia!”, stampata presso la tipografia Vannucci, mensile della categoria di macchinisti e fuochisti di cui fu direttore e che presto divenne il punto di riferimento per tutto il settore; dalle sue pagine Castrucci diede forza alla battaglia per la giornata di 8 ore, un orario di lavoro che assicurasse migliori condizioni per i lavoratori e per i viaggiatori (mentre allora la giornata per fuochisti e macchinisti poteva raggiungere anche 15-18 ore), per il riconoscimento delle malattie professionali, per la fine delle punizioni politiche nelle ferrovie, per l’innalzamento dei minimi salariali, per un trattamento pensionistico e previdenziale degno, per l’introduzione di sistemi di sicurezza e apparati di controllo sui binari.
Considerato che fu protagonista da Pisa dello sciopero nazionale di categoria del gennaio 1920 («quasi un suo trionfo personale», secondo le forze dell’ordine), in cui fu conquistato il diritto di sciopero e – almeno formalmente – le otto ore di lavoro.
In considerazione del fatto che l’avvento del fascismo ne segnò la vita: aggredito una prima volta nel gennaio 1922, nell’agosto dello stesso anno la sua casa venne devastata da una banda di fascisti; il 4 agosto 1922 in piazza Vittorio Emanuele comparve un manifesto che lo condannava a morte: la scelta di trasferirsi con la famiglia fu obbligata. Si spostò quindi a Milano e pochi mesi dopo il regime decretò il suo licenziamento, ufficialmente per scarso rendimento, in realtà per ragioni politiche. Ciò nonostante Castrucci continuò a dirigere il giornale fino al 1926, quando il fascismo dopo aver imposto lo scioglimento del Sindacato Ferrovieri ordinò anche la chiusura della rivista “In marcia!”, su cui Castrucci aveva continuato a scrivere articoli di critica e denuncia. Negli anni successivi Castrucci continuò a essere bersaglio del fascismo, «diffidato, detenuto a S. Vittore per 6 mesi nel 1930, denunciato al Tribunale speciale, condannato a tre anni di confino commutati in due anni di ammonizione per le condizioni di salute della moglie, fermato in varie occasioni, l’ultima delle quali nel 1944» (così Maurizio Antonioli nel Dizionario biografico degli anarchici italiani, BFS, Pisa 2003). Il suo più stretto collaboratore, il fuochista Angelo Sbrana, divenuto anche suo genero, fu la prima vittima civile pisana in un campo di concentramento, nel 1941.
Visto che dopo la guerra fu nominato segretario generale onorario del Sindacato Ferrovieri Italiano, ora interno alla Cgil, e nuovamente direttore della rivista “In marcia!”, ruoli che lasciò poco tempo dopo, nel corso del 1946.
Visto che furono la dignità del lavoro, la fiducia nella capacità dei lavoratori di poter discutere da pari con i padroni e di essere i migliori rappresentanti di se stessi, un’idea di sindacato generosa e nobile, i valori per cui lottò sempre Castrucci, ottenendo grandi conquiste per i lavoratori e stima e ammirazione da parte di amici e avversari, nel corso una vita di lavoro e impegno politico, un’esistenza segnata dalle lotte sindacali e dalle persecuzioni subite dal fascismo.
Preso atto della lettera consegnata al Sindaco di Pisa da parte di Ezio Gallori, figura storica del sindacato dei macchinisti, e firmata da decine di cittadini, in cui si chiede di intitolare una strada di Pisa ad Augusto Castrucci.
Considerato il convegno che si terrà presso l’Aula magna di Scienze Politiche il prossimo 27 febbraio dedicato proprio alla figura storica di Augusto Castrucci, alla presenza di storici, sindacalisti e dei familiari, per questo, il Consiglio Comunale di Pisa, ritenendo che la sua figura, ancora da studiare ulteriormente, sia meritevole della memoria cittadina, simbolo dell’antifascismo e dei diritti dei lavoratori, impegna il Sindaco e la Giunta ad individuare un luogo della città da intitolare al suo concittadino Augusto Castrucci.