“Di fronte ad una crisi di questa portata non si può più attendere e, a fronte del fallimento, occorre intanto che riparta la produzione in fabbrica. Occorre anche rientrare in possesso degli oltre 600ettari di terreno pubblico consegnati ad Aferpi, per avviare un percorso che sia concretamente spendibile di rilancio produttivo e di riqualificazione urbana”
09ottobre 2017 da Coordinamento Art.1-Camping CIG, Piombino
Si è concluso il Presidio del Coordinamento Art.1-Camping CIG
“non abbiamo detto niente di nuovo, perché niente di nuovo sta accadendo.”
E’ esattamente questo che volevamo significare: dopo due anni esatti, dal giorno in cui abbiamo iniziato con il primo ‘campeggio dei cassintegrati e dei disoccupati’ a denunciare l’inconsistenza e le false promesse di forze di governo e sindacati; dopo che è sotto gli occhi di tutti che la situazione è stata colpevolmente lasciata degenerare fino alla catastrofe;
dopo che oggi c’è la corsa da parte di tutti a mettersi in fila per urlare a squarciagola che “io l’avevo detto per primo”
Ormai aspettiamo solo che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dica che lui l’aveva detto prima ancora che conoscessimo l’esistenza di un tal Rebrab, dopo tutto questo, l’immobilismo regna sovrano!
Intanto, assistiamo al triste e tristo spettacolo della forza di governo, il Pd, in seno alla quale si combatte ormai per bande, scambiandosi addirittura accuse di ‘mafiosità’, a prescindere dai contenuti politici di merito. Intanto, i sindacati aprono una vertenza con l’azienda… sui ‘Loro’ permessi sindacali, distacchi e quant’altro.
Ci rivolgiamo ancora una volta ai lavoratori ed ai cittadini di ogni età e ceto sociale: siamo tutti sullo stesso piano inclinato che ci porta a cadere nel baratro. È urgente far sentire la nostra voce, gridare la nostra rabbia e la nostra volontà di cambiamento. È urgente dire a questi signori che hanno gestito così malamente la situazione che se ne devono andare, che l’occupazione deve essere la prima preoccupazione, che la produzione deve ripartire in fabbrica per garantire un minimo di occupazione, che le bonifiche e le infrastrutture sono indispensabili per la diversificazione. Mobilitiamoci per Piombino e la Val di Cornia e facciamolo in fretta, prima che sia troppo tardi! Mobilitiamoci insieme ai lavoratori siderurgici di Taranto e Genova, per costruire il più ampio movimento delle aziende e delle categorie in crisi, sotto attacco da parte dei datori di lavoro.