Assemblea Cgil, lavoratori disoccupati dell’industria di Livorno. Video

Image and video hosting by TinyPic“Comune, Regione e Governo trovino quelle risposte, che sino ad oggi non sono stati in grado di dare”

Si è svolta alla Cgil di Livorno, in data 16febbraio, l’assemblea dei lavoratori  disoccupati dell’industria presso il salone della Cgil.

16febbraio 2016 di G. B.

Il senso dell’assemblea è stato quello di fare il punto sull’Accordo di Programma, per avanzare proposte sul rilancio industriale, sostegno al reddito e ammortizzatori sociali.
L’obbiettivo, quello di ricercare attorno a queste rivendicazioni un terreno di massima unità d’azione e non solo sindacale, ma anche con i movimenti e tutti quei settori che si stanno muovendo in maniera disgiunta.

cgil lavoratoriServe prendere consapevolezza, che su questo territorio, è indispensabile intervenire in maniera sinergica pertanto: “Comune, Regione e Governo trovino modo di riunirsi ad un Tavolo di confronto, per dare quelle risposte che sino ad oggi non sono stati in grado di dare, diversamente non resta altro che alzare il livello della mobilitazione”.

Una assemblea molto partecipata, una sala gremita, oltre ai disoccupati anche lavoratori in mobilità e che a breve vedranno scadere gli ammortizzatori sociali, molto silenzio e grande attenzione d’ascolto. Simone Puppo responsabile del settore metalmeccanico Cgil rilancia l’unità di tutti i lavoratori, non solo metalmeccanici e/o chimici ma di tutte le categorie, anche del commercio: “il coinvolgimento deve essere totale”. Dalla sala alcuni interventi critici, ma con la voglia di esserci e di ricominciare, ricordano la vocazione industriale del passato della città di Livorno, delle fabbriche a partecipazione statale trasformate in scatole cinesi e poi chiuse senza alternative di nuova occupazione, la riprova di uno Stato e Governi che hanno progressivamente abbandonato questo territorio.

Questo che segue è il documento di sintesi dell’Assemblea:

“Guardare avanti perché abbiamo le capacità e l’intelligenza per farlo insieme”

  • Futuro: Perché solo progettando il territorio insieme, guardando verso le nuove opportunità di sviluppo si può dare speranza alle nuove generazioni.
  • Integrazione: perché tutti dobbiamo integrarci, riappropriarci delle parole come Solidarietà, Collettività e Uguaglianza, proponendo una visione alternativa all’individualismo che trasversalmente, colpisce ogni strato della società, facendo in modo di sentirsi comunità.
  • Lavoro: perché è fondamentale uscire dalla logica del “meno salario-meno diritti” per competere sul mercato e fare profitti, che pervade il paese, la nostra regione e la nostra città. Occorre riappropriarci dell’etica del lavoro nella sua integrità mettendo al centro la persona dando risposte concrete nella ricerca, nella qualità e nella dignità di ogni lavoro e per ogni lavoratore, perché l’economia non sia sovrana sulla vita delle persone, ma un mezzo di crescita e benessere per tutti/e.

Come lavoratori occorre fare “gruppo” dando risposte collettive ai problemi, è l’unica alternativa un disegno di disgregazione sociale che tende a mettere al centro il singolo lasciandolo da solo nella società. Chiediamo alle Istituzioni di partire dal territorio e dalle necessità delle lavoratrici e dei lavoratori, pianificando i bisogni e socializzando gli interessi e i vantaggi che danno al territorio. Da questo la necessità di ritrovare una forte unità tra le istituzioni regionali e locali, una forte unità tra tutte le forze politiche per programmare sviluppare, e costruire insieme, quelle risposte che il sistema produttivo territoriale richiede e che, se lasciate alla gestione dei soli interessi economici, non trovano il giusto sostegno della popolazione e, a volte, anche tra gli stessi lavoratori. Occorre partire da un disegno nuovo di territorio, nel quale ogni Comune deve mettere da parte i propri interessi territoriali e mettere a disposizione i propri punti di forza guardando oltre i propri confini comunali e provinciali, facendosi promotori di uno sviluppo che sia capace di integrare sinergicamente la portualità ,la logistica, la nautica, la componentistica, la chimica e l’energia. Dando quelle risposte per migliorare la qualità della vita delle popolazioni e a dare una prospettiva occupazionale ai disoccupati e ai giovani.

Il valore del lavoro, come lo si difende e come lo si sviluppa, deve essere la priorità del territorio

Un’attenzione e un impegno particolare da parte di governo, regione e comuni, devono essere quello per il sostegno al reddito nei confronti di coloro che lo hanno perso e lo perderanno e che, in assenza di interventi concreti rischiano di andare ad incrementare il numero dei cittadini che vivono al di sotto della soglia di povertà.

L’adeguamento infrastrutturale viario, ferroviario e portuale, accompagnati dall’innovazione tecnologica delle imprese e da una programmata politica di riconversioni impiantistiche possono portare benefici, qualitativi e ambientali, meglio se simmetricamente supportati un forte sostegno formativo per i lavoratori si possono creare le condizioni volte difendere il lavoro e crearne di nuovo, così come le bonifiche dei siti inquinati.

Occorre individuare efficaci azioni di attrazione di investimenti finalizzati a rendere competitivo il territorio, partendo da:

• Porto
• Logistica Integrata
• Servizi
• Industria
• Energia
• Ricerca

E’ necessaria una condivisione sulle scelte di programmazione urbanistica degli Enti Locali e la periodica verifica dell’adeguatezza degli strumenti urbanistici per le aree destinate a nuovi insediamenti produttivi. L’industria e il turismo sono parti integranti di questi nuovi processi, c’è bisogno di logistica , servizi ed energia, efficienti e a basso costo, ma sopratutto di aree dove svilupparsi.

E’ in questo contesto, che per noi, va inserito l’accordo di programma, è uno strumento e non la fine dell’emergenza occupazionale, che dovrà essere finalizzato:

• Alla realizzazione della Darsena Europa è indispensabile per dare maggiore competitività e attrattività al territorio, e occupazione di qualità. Per questo le istituzioni, a tutti i livelli, dovranno impegnarsi affinché i tempi della sua realizzazione siano certi e il più rapidi possibile.
• Consolidare le imprese della componentistica auto, facendo sistema con i poli scientifici di ricerca e con le università, creando sinergie con Pisa e Lucca, investendo su innovazione tecnologica e rilanciando il distretto della componentistica.
• Attrarre imprese della filiera della nautica, tenendo presente l’ insediamento di imprese nautiche sull’area costiera, investendo sulle aziende locali e i lavoratori del territorio. Infatti molte, delle lavorazioni a più alto valore aggiunto, tipiche di questa filiera, sono affidate a imprese che non risiedono nemmeno in Toscana .

Agli imprenditori chiediamo maggior coraggio nell’investire sul territorio, anche attraverso la formazione riqualificante per i lavoratori e i disoccupati espulsi involontariamente dal mondo del lavoro, supportato da un sistema formativo adeguato e permanente.

Per la cantieristica rilanciamo il tema di un distretto nautico della costa, per sviluppare e creare nuove opportunità di lavoro:

• Riparazioni e manutenzioni navali-diportistiche è necessario ripristinare il prima possibile il bacino galleggiante e chiudere la gara per la concessione dei bacini affidandoli a chi presenterà il miglior piano industriale prevedendo il maggior numero di occupati. Occorre valorizzare quanto è presente sul territorio, ma anche cogliere sinergicamente le prospettive future sul polo di riparazione e smantellamento di Piombino.
• Energia: siamo convinti che la green economy sia il futuro, però le società che producono energia elettrica non possono chiudere le centrali senza prevedere compensazioni sul territorio, o peggio ancora non prevedere una loro riconversione e razionalizzazione. Noi chiediamo un intervento dei Comuni e della Regione affinché si avvii una fase di riconversione anche sfruttando nuove tecnologie e che le aree siano messe a disposizione per nuovi insediamenti industriali, e un intervento sui costi, in modo da rendere competitivi i siti industriali esistenti.

Nel ritenere che questi progetti siano fondamentali per lo sviluppo occupazionale del territorio, rimarchiamo il fatto non si tiene di conto dei tempi di realizzazione delle opere, rispetto allo scadere degli ammortizzatori sociali e il sostegno al reddito.

I ritardi nell’aver individuato Livorno come area di crisi complessa e aver stipulato l’accordo di programma non sono responsabilità dei disoccupati e dei lavoratori.

Riteniamo positivo lo strumento dell’accordo di programma per attrarre investimenti, ma chiediamo un intervento straordinario per il sostegno al reddito, sperimentale di almeno 3/4 anni ,atto a preparare i lavoratori, attraverso la formazione alle nuove opportunità di lavoro. Questo intervento è stato richiesto sia dal Presidente della Regione che dai Sindaci, chiediamo che questo non si fermi alla sola richiesta scritta ma che venga data continuità attraverso una azione congiunta, alla quale i lavoratori aderiranno con tutti gli strumenti sindacali possibili.

Non vogliamo uno strumento di assistenzialismo, ma uno strumento formativo e di inserimento nel mondo del lavoro, che oltre ai disoccupati, abbia un’attenzione anche per le categorie protette e per le donne.

Particolare attenzione e un intervento straordinario andrà pensato anche per agli over 50 ossia a coloro che sono stati penalizzati dalla legge Fornero in materia previdenziale e che avranno le maggiori difficoltà essere inseriti nel mondo del lavoro. Guardiamo con attenzione gli strumenti messi in campo dai comuni e dalla Regione, che riteniamo positivi, ma di difficile applicazione se non sostenuti da un intervento del Governo nazionale. Su questo tema chiediamo ormai da mesi un intervento presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Stesso ragionamento per i temi dell’energia (costi e produzione), c’era un impegno per un incontro al MISE su questi temi, quest’impegno va mantenuto, anche perché nessun intervento avrà successo senza un piano di produzione di energia nazionale e locale , con il rischio che le zone con produzione di energia a basso costo avranno facilmente ragione nell’attrarre investimenti.

Per i nuovi insediamenti produttivi occorrerà prevedere la priorità e incentivazione nelle assunzioni per i disoccupati dell’area livornese, su questo è importante che la cabina di regia si sia espressa positivamente, è un risultato fondamentale che abbiamo ottenuto ma che ora deve essere formalizzato attraverso un accordo. I nuovi insediamenti produttivi devono creare nuovo lavoro e di qualità e stabile facendo attenzione ad azioni speculative. Richiamiamo INVITALIA e SVILUPPO TOSCANA affinché le scelte ricadano su tutti quegli imprenditori che daranno massima affidabilità per creare lavoro e che avranno progetti seri e non speculativi. Nei cambi di appalto occorre velocemente sottoscrivere un accordo sulle clausole sociali, sia nei settori pubblici che nei settori privati. Non è accettabile che, mentre si discute di creare lavoro, dall’altra parte assistiamo a una emorragia continua di lavoro e di diritti per i lavoratori.

Questo è quello che i lavoratori e i disoccupati livornesi dell’industria chiedano alle istituzioni, tenendo presente che nessuna azione, per quanto virtuosa e scaturita da buoni intenti, avrà un futuro, se non costruita nella condivisione e nella trasparenza tra tutti i soggetti interessati. Riteniamo che, a fronte delle numerose vertenze e delle criticità dal punto di vista occupazionale sulla provincia e in merito alle considerazioni fatte in caso di mancate risposte, riteniamo maturi i tempi per indire una iniziativa di carattere generale.

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