L’omicidio di Firenze del 5 marzo, ha nuovamente posto sotto i riflettori mediatici le pericolose derive in atto nel Paese, mai prese adeguatamente in considerazione e tantomeno sino ad oggi affrontate.
15aprile 2018 di Andrea Vento, San Giuliano Terme
Ormai si minimizza ogni gesto razzista, lo stesso atteggiamento riservato ai rigurgiti fascisti fatti passare come ragazzate. Il clima di odio e di razzismo è stato il terreno su cui hanno costruito la campagna elettorale, per deviare l’attenzione dai problemi reali come la mancanza di lavoro e i tagli allo stato sociale, individuando nei migranti la causa dei nostri problemi. E poi la sconcertante dichiarazione di Fontana, il neoeletto presidente leghista della Lombardia, secondo la quale dovremmo “bloccare il flusso dei migranti perché mette a rischio la sopravvivenza della razza bianca”, una cultura razzista che si inserisce nelle strategie manipolatorie del fenomeno migratorio finalizzate alla diffusione dell’odio interetnico da capitalizzare poi in sede elettorale, come ampiamente avvenuto alle legislative di domenica 4 marzo.
Una breve disamina della situazione migratoria del nostro paese, in base ai dati ufficiali forniti dell’Istat ad inizio gennaio, risulta doverosa per ricondurre il fenomeno in questione all’interno di una cornice realistica e per scardinare la strumentale disinformazione che, diffusa senza alcun filtro sui social media, finisce per condizionare negativamente l’opinione pubblica nazionale e scatenare reazioni violente come la sparatoria di Macerata compiuta dal neofascista Luca Traini, non a caso candidato per la Lega Nord alle ultime elezioni municipali di Corridonia e l’uccisione del venditore ambulante senegalese Idy Diene a Firenze, assassinato a freddo apparentemente senza motivo.
Gli stranieri residenti ad inizio 2018 nel nostro paese ammontano, secondo l’Istat a 5.065.000 pari all’8.4% della popolazione, una quota inferiore rispetto a quella registrata nel 2016 nei principali paesi dell’Europa occidentale come Germania (10,5%), Regno Unito (9,5%) e Spagna (8,6%). L’immigrazione per il nostro paese è un fenomeno recente rispetto agli altri paesi europei: i cittadini stranieri sono infatti passati da 1.341.209 del 2002 a 4.922.085 del 2014 ma da quella data, e Fontana ed il suo mentore Salvini non possono non saperlo, sono stabili intorno ai 5.000.000 Gli immigrati che arrivano in misura decrescente (da 558.000 del 2007 a 130.000 del 2016) vanno ad incrementare l’esercito industriale di riserva non qualificato, evidentemente così prezioso per un sistema produttivo che, per uscire dalle secche post crisi in cui è ancora impantanato (il livello del Pil è ancora inferiore di oltre il 7% rispetto al picco di inizio 2008), ha puntato principalmente sull’export (nel 2017 +7,3% secondo l’Ice). Anche questi dati sfatano le “leggende” tendenziosamente diffuse sulla presunta competizione fra la manodopera italiana, più istruita e qualificata, e quella straniera, meno qualificata e disponibile per ogni tipo di lavoro.
Dei circa 5 milioni di stranieri residenti, 2,5 milioni sono cittadini europei, di cui 1,5 comunitari e 1 milione di non comunitari, 1,1 milioni provengono dall’Africa, (700 mila nord africani e 400 mila sub sahariani), mentre 1 milione circa sono anche gli asiatici e 400 mila gli americani. Cifre che smentiscono la suggestiva tesi dell’invasione in atto dall’Africa tramite i barconi, appurato che il numero di stranieri è stabile da 3 anni e che gli immigrati africani sono appena il 20% del totale.
Le principali ricadute positive interessano tuttavia l’economia e le casse dello stato: nel 2016 gli stranieri hanno prodotto 131 miliardi di ricchezza pari all’8,9 del Pil, sia tramite lavoro dipendente ma soprattutto tramite le loro 675.000 aziende che hanno prodotto 102 miliardi di ricchezza. Dal punto di vista previdenziale, i lavoratori immigrati hanno versato all’Inps nel 2016 11,5 miliardi di euro di contributi e hanno garantito il pagamento di ben 640.000 pensioni agli italiani. L’IRPEF versata dagli stranieri nel 2016 è stata di 7,2 miliardi di euro, pari al 4,6% del totale. Nel complesso lo stato fra quanto incassato dai cittadini stranieri e quanto speso per loro, compresa l’accoglienza e l’assistenza dei profughi, ha registrato un saldo positivo nel 2016 di 2,2 miliardi.
La disinformazione inoltre mira ad indurre confusione nel cittadino mettendo sullo stesso piano il fenomeno degli immigrati con quello dei profughi e dei rifugiati che essendo regolamentati dal diritto internazionale non possono essere respinti. Gli arrivi di questi ultimi (gli sbarchi) sono tuttavia in fase calante: dai 191.000 del 2016 ai 119.000 del 2017. Inoltre, in base ai dati del Ministero degli interni, i profughi sbarcati a decorrere dal 1 gennaio al 13 aprile 2018 comparati con i dati riferiti allo stesso periodo degli anni precedenti indicano una nettissima riduzione: 2016 (-79,09%) e 2017 (-81,46%). I rifugiati accolti nelle strutture del nostro paese, la maggior parte inadeguate, come dimostra la morte di freddo della 25enne ivoriana nel gennaio 2015 nel Cas di Cona (Ve), sono saliti di poco: dalle 176mila unità a fine 2016 alle 193mila a settembre 2017 (+16.000 a fronte di oltre 100.000 arrivi). Ciò conferma che il nostro è solo un paese di passaggio verso mete più ambite, per qualità dell’accoglienza e possibilità di lavoro, in Europa centro-settentrionale.
Anche il comune di San Giuliano non si è rivelato purtroppo esente dalle derive xenofobe e razziste che sembrano frutto più delle ricadute della propaganda dei social media e delle televisioni che di situazioni locali, visto che gli immigrati sono appena il 4%del totale della popolazione comunale.
E’ preoccupante rilevare come buona parte dei cittadini sangiulianesi, in un territorio in cui i valori democratici, dell’antifascismo e di sinistra hanno radici profonde, si siano fatti condizionare dalla propaganda rozza e becera diffusa sui social media relativa agli immigrati mantenuti in alberghi a 5 stelle in mezzo ad ogni comodità con 35 euro in tasca, mentre gli italiani vivono nel disagio.
Oltre a diffondere informazione false (come quella dei 35 euro dati agli migranti), si mescolano ad arte i rifugiati e gli immigrati, facendo credere che questi ultimi rappresentano un costo mentre grazie a quanto da loro versato allo stato viene ripagato abbondantemente il costo dell’accoglienza alla quale peraltro non possiamo esimerci, vista la nostra ratifica della Convenzione di Ginevra. La situazione si sta facendo sempre più preoccupante, non solo perché il centro-destra è divenuto per la prima volta nella storia repubblicana di San Giuliano Terme il raggruppamento politico di maggioranza relativa, ma soprattutto perché abbiamo smarrito quei valori e quei principi di solidarietà, accoglienza e rifiuto delle discriminazioni che hanno da sempre contraddistinto la cultura del territorio e costituito argine al diffondersi del razzismo e del fascismo.
Occorre una profonda analisi delle cause della perdita dell’egemonia culturale democratica e di sinistra da parte di tutti i soggetti attivi sul territorio, in primis l’amministrazione comunale, per varare strategie, partendo dalle scuole, per riannodare i fili lacerati del tessuto sociale e ricostruire una nuova base culturale fondata sui valori e sulle tradizioni che hanno da sempre qualificato il territorio.
Il fenomeno migratorio rappresenta dunque una risorsa fondamentale per il nostro paese, che necessita di essere adeguatamente affrontato e governato. Coloro che con false narrazioni strumentalizzano ad arte il fenomeno non fanno altro che diffondere xenofobia e razzismo che vanno ad alimentare il senso di insicurezza degli italiani. Chi grida “prima gli italiani” in realtà nei fatti mira a mantenere i privilegi delle classi dominanti e a mettere in contrapposizione i penultimi (gli italiani impoveriti dalla crisi) con gli ultimi (gli stranieri). Costruire il consenso sull’odio interetnico è una deriva pericolosa per la tenuta democratica del paese e tutti coloro che ne hanno a cuore il futuro si devono impegnare a contrastarla e a smascherane le ipocrisie dei seminatori di odio.