Rossi scrive a Poletti: “Allungare tempi ammortizzatori per lavoratori di Livorno e Piombino aree di crisi complessa”
27 ottobre 2015 da Laura Pugliesi
Il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha scritto oggi al Ministro del lavoro e politiche sociali, Giuliano Poletti, per chiedere l’estensione dei tempi degli ammortizzatori sociali ed in particolare della mobilità ai lavoratori che rientrano nelle “aree di crisi complessa”.
In Toscana le aree di crisi complessa sono quelle di Livorno e Piombino. A dicembre, in mancanza di una riforma della normativa, un migliaio di lavoratori di Livorno e alcune centinaia dell’indotto a Piombino si troveranno senza alcun sostegno al reddito. Dopo gli incontri avuti in queste settimane su questi temi con le organizzazioni sindacali il Presidente della Regione ha preso carta e penna e ha indirizzato a Poletti la richiesta:
“Ti scrivo per segnalarti la situazione di pesante disagio – esordisce Rossi nella sua lettera – che stanno vivendo centinaia di lavoratori che si trovano al termine delle coperture degli ammortizzatori sociali.
Particolarmente grave è la situazione presente nelle due aree di crisi complessa, riconosciute con decreti del Mise (Ministero dell’sconomia e dello sviluppo), di Piombino e di Livorno, dove sono in atto progetti di riconversione e riqualificazione industriale, che però hanno tempi più lunghi rispetto al termine degli ammortizzatori sociali.
A Piombino sono centinaia i lavoratori dell’indotto che si stanno trovando senza protezione sociale. A Livorno a dicembre saranno invece mille i lavoratori che perderanno ogni tutela e sostegno al reddito.
Consapevole delle scelte compiute dal Governo – conclude Rossi – sono però a segnalare l’opportunità che, almeno nelle realtà riconosciute come Aree di crisi complessa ai sensi della normativa nazionale, si possano attivare tempi di copertura degli ammortizzatori, in particolare della mobilità, più ampi di quelli previsti in via generale, proprio per permettere che gli effetti dei progetti di riconversione possano produrre effetto positivo per questi lavoratori”.