L’aumento previsto di proprietà della terra da parte straniera sarà una manna per le industrie del legno, soia e zucchero e un incubo per i contadini
04settembre 2016 a cura dal Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati
Il governo del Brasile ha intenzione di alzare i limiti vigenti in materia di proprietà straniera di terreni agricoli, lo ha annunciato Mercoledì il Segretario degli Investimenti Moreira Franco, la persona incaricata delle privatizzazioni per la nuova amministrazione.
“Questa proposta rappresenta gli interessi di un’alleanza tra multinazionali dell’agrobusiness, Fondi Pensione esteri e l’oligarchia fondiaria brasiliana. Sarà aumentata la concentrazione della proprietà della terra e crescerà la dipendenza da materie prime agricole basate su mono-colture per l’esportazione.” Ha dichiarato a Telesur Maria Luisa Mendonça, direttore del Network del Brasile per la giustizia sociale e i diritti umani.
Franco ha chiamato un “nonsenso” la restrizione sulla vendita di terreni agricoli a livello di individui e alle aziende straniere e ha detto che il Senatore Michel Temer, presidente ad interim dopo la destituzione di Dilma Roussef tramite un “golpe istituzionale” rivelatosi una farsa, riconsidererà la questione (http://www.pisorno.it/dilma-scagionata-ma-la-notizia-e-totalmente-oscurata-dai-media-brasiliani-internazionali-ed-italiani/).
“Il governo discuterà la questione, per vedere come si può risolvere questo problema. Si tratta di qualcosa di completamente irragionevole”, ha aggiunto Franco.
L’annuncio segue la promessa del Movimento dei Senza Terra, MST, di lanciare una nuova ondata di occupazioni di terra. La proprietà della terra in Brasile è già una delle più disuguali al mondo, con appena l’1 per cento della popolazione che possiede il 45 per cento della terra. Questa nuova politica rischia di aggravare questo problema.
“Sarà devastante per i piccoli agricoltori e per la produzione alimentare nei mercati locali. E aumenterà la distruzione ambientale e l’inquinamento delle fonti d’acqua”, ha aggiunto Mendonça. La restrizione sulla proprietà straniera è stata adottata nel 2010 dall’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Il MST è stati a lungo alleato di Lula e del presidente deposto Dilma Rousseff del Partito dei Lavoratori.
L’amministrazione di Lula aveva considerato in quel momento che Paesi come la Cina avrebbero potuto prendere il controllo di ampie fasce di terra coltivabile in Brasile.
Erano state modificate le regole che sorvegliavano le offerte per limitare la quantità di terra che avrebbero potuto comprare gli investitori stranieri. Erano state aumentate le formalità di documentazione sono stati aumentati, rendendo le offerte molto più complessa.
Le aziende del settore delle materie prime del Brasile hanno a lungo fatto pressioni per una revisione delle norme, per consentire l’arrivo di maggiori investimenti nel paese, in particolare nel settore del legno. Le industrie di cellulosa, zucchero e soia sono tra coloro che difendono la fine delle restrizioni.
“Attualmente l’interesse principale del commercio nel settore agricolo non è la produzione di un particolare prodotto agricolo, ma il controllo sulla terra e le risorse naturali per la speculazione”, ha aggiunto Mendonça, professore del Dipartimento relazioni internazionali presso l’Università di Rio De Janeiro. “La proprietà della Terra può servire come base ‘materiale’ per aumentare la circolazione del capitale finanziario.”