Non si possono destinare i 129 milioni e 800 mila Euro del Jackpot, ma si potrebbero destinare quasi 201 milioni provenienti dal Superenalotto, per un semplice motivo che vi spiego…
26agosto 2016 lettera firmata
Se proprio si volesse fare in modo che i soldi giocati per scommettere nel superenalotto contribuissero come sostegno economico per il terremoto del centro Italia, non si dovrebbe pensare al Jackpot in quanto andrebbe contro ad una forma contrattuale fatta fra il concessionario e i giocatori. Il Superenalotto è vero, è gestito da una società privata, il concessionario SISAL, ma non è questo il punto, in realtà il montepremi rappresenta la somma che resta dal totale delle giocate, escluse:
- la quota trattenuta dall’erario del 53,6% (tranne che per le giocate effettuate in Sicilia, per le quali è trattenuto dalla Regione solo il 12,5%)
- dell’8% trattenuto dal punto vendita
- del 3,73% va al concessionario (attualmente la Sisal)
Quindi il 34,648% costituisce il montepremi di 129800.
Il punto principale, come detto, sta nel fatto che il JACKPOT costituisce un contratto con il quale chi ha scommesso lo ha fatto con la condizione di ricevere un montepremi, quindi tale contratto non può essere rescisso unilateralmente. Anche se dal punto di vista del Marketing Virale destinare un montepremi funziona e anche se si può essere contrari al gioco d’azzardo, il fatto è che questo contratto prevede che chi ha scommesso lo ha fatto a delle condizioni e non può vedersi sottrarre quella somma di denaro.
Quanto può fare il governo, se mai, è decidere di destinare ai terremotati il denaro che dalle scommesse finisce nelle casse pubbliche, quindi una somma maggiore rispetto al montepremi, perché se 129800 è il 34,648 delle giocate, significa che 374624 è la somma delle giocate, quindi il 53,6% dato all’erario sarebbe a questo punto 200 milioni e 798 mila (NB. calcolo approssimativo per quanto detto sopra sulla Sicilia).
Grazie per la condivisione