26giugno 2016 da Gisella seghettini e Roberto D’ambra referinti “Comitato per il No alle modifiche della Costituzione”
Il circoli Arci di San Jacopo nega la sala al Comitato per il No referendum, sulle modifiche costituzionali
C’erano una volta i circoli Arci democratici, aperti, luogo di incontro e discussione tra le varie componenti della società oppure è il circolo Arci San Jacopo A. Di Sorco di Livorno a distinguersi per inadeguatezza rispetto al ruolo sancito dallo statuto dell’Arci per i suoi circoli? Nello statuto nazionale dell’Arci, infatti, si legge:
“l’associazione Arci fonda le sue radici nella storia della mutualità e del solidarismo italiano e rappresenta la continuità storica e politica con l’Arci delle origini fondata a firenze il 26 maggio 1957. Si riconosce nei valori democratici nati dalla lotta di liberazione contro il nazifascismo, valori che trovano piena affermazione nella costituzione repubblicana. (l’associazione Arci è un’associazione) autonoma e pluralista, soggetto attivo del sistema di terzo settore italiano e internazionale, una rete integrata di persone, valori e luoghi di cittadinanza attiva che promuove cultura, socialità e solidarietà.
(E’ un’associazione partecipata dai cittadini, in cui ogni socio può concorrere in prima persona ai processi decisionali. L’associazione sostiene l’idea di un sistema democratico che sappia valorizzare la partecipazione dei cittadini) l’Arci esprime in pieno la propria autonoma soggettività politica interloquendo direttamente, in forza del suo agire sociale, con tutti gli altri soggetti della società”.
Ecco, il circolo Arci A. Di Sorco, negando a cose fatte e all’ultimo momento, la sala della propria struttura al Comitato per il No nel referendum sulle modifiche costituzionali (su richiesta dell’associazione Evelina de Magistris a nome dello stesso), per l’iniziativa:
“l’attacco alle costituzioni antifasciste e il ruolo del capitale finanziario”
è contravvenuto ai principi fondanti dell’Arci. L’Arci ha aderito a livello nazionale al Comitato per il No nel referendum sulle modifiche costituzionali e a quello sull’abrogazione di alcuni articoli della legge elettorale detta “italicum”. E infatti nella lettera congiunta anpi-arci sul no alla riforma del senato e per emendare la legge elettorale del 3maggio 2016 è chiara la volontà di Arci di aderire:
“ad una battaglia che stiamo conducendo anche con altre forze, ma nella quale noi (Anpi ed Arci) uniti da un protocollo di intesa, non formale, vogliamo impegnarci a fondo, con la nostra autonomia, la nostra indipendenza di pensiero, il nostro modo, comune, di voler realizzare appieno la democrazia”.
Invitiamo il comitato provinciale di Arci ad esprimersi pubblicamente non solo su questa vicenda ma anche sulla sua adesione o meno a questa battaglia, che noi consideriamo fondamentale per il futuro del nostro paese.