Noi non abbiamo nessun dubbio nello schierarci a fianco “dei pomodori autogestiti”, locuzione usata come sfottò, da un giovane rampante “scrittore” verso l’esperienza degli Orti Urbani di via Goito
22marzo 2016 da Communia Livorno
Intanto i “pomodori autogestiti” sono riusciti a bloccare e fermare i bulldozer e le recinzioni della cooperativa sostenuta dal comune. Stiamo con chi difende il territorio, l’esperienza di percorsi di autogestione e di autorganizzazione, contro la solita “cooperativa” (la CLC), che vuole cementificare e “normalizzare” uno dei pochi spazi verdi rimasti in città per realizzare profitto.
La storia è nota. Per l’incapacità e la gestione “amica” delle vecchie amministrazioni comunali viene fatto il “solito” regalo , questa volta alla CLC, altre volte alla coop, al Fremura, ecc… Poi magari, come in questi giorni, escono fuori truffe e bancarotte come quella clamorosa a Montenero al “Borgo di Magrignano”. Al di là di tutte le critiche e i tentativi da noi fatti, insieme agli altri soggetti politici e sociali, per impedire un’operazione disastrosa anche per il territorio, sarebbe a questo punto, interessante sapere che fine hanno fatto gli oneri di urbanizzazione di questa operazione immobiliare..
Ma anche la nuova amministrazione, sempre più vecchia nei modi e nelle decisioni, non cambia percorso, si affianca alla CLC, la sostiene, sta con i poteri forti e i costruttori come le amministrazioni precedenti : regala terreni per la cementificazione in via Goito, regala spazzi alla Superal in via Torino, in una presunta lotta al potere delle coop sul territorio. Per fortuna nel suo programma annunciava mercatini di quartiere e orti urbani !
Ma negli Orti urbani di via Goito si è formata in questi anni una comunità, che autogestisce gli spazi, che progetta iniziative e spazi verdi per tutt*, che resiste e lotta.
Questo è un attacco non solo verso questa esperienza,ma anche verso tutti gli spazi autoorganizzati e autogestiti della città, e in nome della cosiddetta legalità si può devastare il territorio e consegnare la ricchezza sociale nelle mani delle cricche di turno ,ma la riappropriazione collettiva della città e l’autoproduzione di socialità, servizi, cultura solidale vanno eliminati, in quanto violazioni della legalità stessa. In questa situazione noi sappiamo con chi stare e quali esperienze appoggiare, tutte quelle che producono socialità fuori mercato, che mettono in campo la cooperazione solidale contro la solitudine competitiva, che si riappropriano quotidianamente di diritti, beni comuni e di tutto ciò che a tutti appartiene.