Tra bonifiche senza colpevoli, Tfr bloccati, precarietà e assenza di reazione sindacale
19gennaio 2016 da Gruppo Minoranza Sindacale – Camping CIG, Piombino
In riferimento al comunicato del sindacato che prima annuncia la manifestazione per l’11 febbraio (in occasione dell’incontro al mise) e, poi nel comunicato dopo il Consiglio di fabbrica, si rimangia tutto, senza spiegare nemmeno quali sono i motivi di questa retro marcia davvero poco dignitosa.
Un comportamento che ricorda i personaggi della vecchia commedia italiana, in cui nonostante le provocazioni e le offese ricevute si limitano a dire: ” alla prossima che mi fai ti meno, ti giuro che ti meno”. Poi quando subiscono l’ennesimo affronto ripartono da capo, ma non reagiscono mai. Fuori dall’ironia amara, siamo profondamente delusi e preoccupati , dobbiamo constatare che non sono bastate le circa 1200 firme raccolte tra i cittadini di Piombino per poter far reagire il sindacato.
Adesso, comprendiamo perché il sindacato non ha nemmeno risposto alla nostra richiesta di svolgere il consiglio di fabbrica in seduta aperta, forse (?!…..) avevano difficoltà a giustificare di fronte ai lavoratori, la sconfessione del loro impegno precedente di smettere di minacciare e provare davvero a fare il sindacato, un sindacato che a nostro avviso si adegua alla logica del rimandare e si posiziona sulla difensiva.
Questa che segue è la lettera inviata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, Palazzo Chigi e p.c. Al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi:
Siamo lavoratori/ici, pensionati, cassa integrati, neo disoccupati che da mesi, come cittadini, stanno seguendo la vicenda ex Lucchini di Piombino più da vicino, una vicenda che nonostante sia considerata una “vertenza” conclusa con l’acquisto dell’area industriale da parte di Cevital e la nascita di Aferpi, nella realtà dei fatti sembra un progetto ancora molto incerto e che stenta a partire (basta vedere i ritardi accumulati e i continui rinvii delle convocazioni al MISE, ultima quella del 19 gennaio posticipata di quasi un mese all’11 febbraio).
Non abbiamo la pretesa di entrare nel merito di un progetto che a dire il vero come cittadinanza e lavoratori forse, in un momento democratico di confronto, avremmo gradito conoscere più a fondo e condividere con l’Amministrazione comunale visto anche gli aspetti innovativi ma impattanti di creare altre realtà, come quella “agroindustriale” in un “SIN”, che necessita di una riconversione moderna e della tanto decantata “green economy “.
Abbiamo deciso di scriverLe proprio dopo il rinvio dell’incontro al MISE del 19 gennaio, quello rappresentato da tutti, in primis dai sindacati, ma anche dai rappresentanti politici che amministrano questo territorio, come il “definitivo”. Proprio perché ritenevamo tale appuntamento importante e soprattutto definitivo, avevamo promosso una raccolta di firme, per sollecitare la mobilitazione di lavoratori e cittadini presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico a Roma, per far sentire la nostra voce in quel momento così importante e decisivo per il nostro futuro. In poche ore abbiamo ricevuto un ottimo riscontro dalla cittadinanza (giovani, anziani, lavoratori dell’industria, commercianti, disoccupati ecc…), raccogliendo circa 1200 firme che Le alleghiamo. L’incontro al Ministero è stato rinviato al giorno 11 febbraio e la preoccupazione non può che crescere.
Signor Presidente sappiamo che la “questione siderurgica” è nazionale e che la nostra realtà è complessa (bonifiche, mancata individuazione del colpevole, TFR bloccati per una questione “ambientale” che non sappiamo se è quando avrà fine), sappiamo che occorreranno anni per una ripresa, ma non possiamo e non dobbiamo accontentarci e sentirsi appagati da un “non c’era nessun altro privato interessato, quello presentato da Rebrab era l’unico progetto”… Anche se questa fosse la realtà non possiamo accettare tutto incondizionatamente perché “o questo o niente!”.
Signor Presidente riteniamo che, poiché l’accordo sottoscritto ha avuto il pieno avallo governativo, Lei debba intervenire in questa complessa vicenda, occorre che il progetto Piombino per essere considerato un “modello” debba tener conto di tutte le implicazioni ambientali, senza tralasciare gli aspetti della sicurezza e avere lo scopo di creare condizioni lavorative durature e non di tamponare l’ennesima crisi. Occorre ridare dignità ad un territorio rispettando l’ambiente, la sicurezza e la salute dei lavoratori e di tutti i cittadini …gli ammortizzatori sociali, seppur fondamentali, devono essere considerati solo un ponte per riportare tutti al lavoro.
Auspichiamo un Suo concreto impegno a sostegno di Piombino e del suo Territorio. Distinti saluti.