L’ultima edizione della festa del Cinema di Roma ha mostrato novità interessanti specialmente nella sezione dedicata ai giovani delle scuole ”Alice nella città” che ancora una volta ha fatto emergere il talento di giovani registe, tra queste due si sono segnalate in modo particolare la tedesca Theresa von Eltz e la turca Deniz Gamze Erguven
2novembre 2015 di Donatella Nesti
La giovane giuria di Alice nella città, composta da 22 ragazzi e ragazze tra i 15 e i 18 anni selezionati su tutto il territorio nazionale, e i direttori artistici Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, hanno consegnato il Premio come miglior film del concorso Young/Adult a Four Kings, opera prima della regista tedesca Theresa von Eltz La motivazione della giuria:
“Per la grande efficacia e sensibilità di quest’opera prima, per la recitazione travolgente e studiata, per la sua fotografia dai colori freddi ma capaci di trasmettere calore e per il giusto equilibrio tra musiche e silenzi.” Il film racconta la storia di due ragazze e due ragazzi che trascorrono il Natale in una clinica psichiatrica. Sotto le cure del giovane Dr. Wolff vivranno insieme un’indimenticabile esperienza.
Presentato con successo alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2015, vincitore del premio Label Europa Cinemas e premiato a Roma è ora nelle sale l’opera prima della regista turca Deniz Gamze Erguven “Mustang” la storia di cinque ragazze segregate in casa dallo zio despota e violento. Nonostante il film sia parlato in turco la Francia, dove da quindici anni vive la regista, ha scelto il suo film per candidarlo all’Oscar ’perché parla di libertà ed uguaglianza’. Sonay, Selma, Ece, Nur e Lale sono cinque sorelle che vivono in un villaggio nel nord della Turchia vicino al Mar Nero.
Hanno un’unica colpa: di essere belle, giovani e orfane. Nell’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze un gioco innocente e libero, come quello di far il bagno vestite e sfidarsi nella lotta a cavalcioni di amici maschi, si trasforma per loro in una condanna alla reclusione. Dieci anni fa hanno perduto i genitori e oggi vivono insieme alla nonna e ad uno zio dispotico, violento e repressivo. Il cinema turco affronta spesso il contrasto tra conservatorismo e libertà, così presente in una società divisa tra mondo rurale e modernità e ben rappresentato nel film dalle due antitetiche figure femminili, quello della nonna che ama le nipoti ma è vittima degli atavici pregiudizi e la bambina più piccola che si ribella al modo con il quale vengono soggiogate le sorelle e costrette a matrimoni combinati.
“Ci sono aspetti del film che appartengono alla storia della mia famiglia, il piccolo scandalo che le ragazze suscitano con il loro gioco è qualcosa che ho vissuto io personalmente – racconta Deniz – Altri non sono miei ricordi diretti ma cose accadute alla mia cerchia di conoscenze come le ragazze picchiate per il loro comportamento. Il film non può considerarsi uno specchio della realtà ma una sorta di immagine caleidoscopica che fa sì che in ogni scena c’è un riflesso di realtà insieme a elementi di finzione propri del mezzo cinematografico. La società turca è molto eterogenea quindi non si può generalizzare e dire le turche vivono così, perché in Turchia ci sono donne estremamente libere e moderne e poi ci sono altri segmenti della popolazione che ancora sono soggetti a regole tradizionali e conservatrici.”
Il film accostato da qualche critico all’opera prima di Sofia Coppola ’Il giardino delle vergini suicide”, alterna momenti divertenti, grazie all’esplosiva vivacità delle cinque ragazze, a momenti drammatici ed offre un finale suspense che tiene lo spettatore incollato allo schermo rendendo giustizia anche al mondo maschile controcorrente rappresentato dal giovane che aiuta la piccola lale a realizzare il sogno di emancipazione e libertà come quello dei cavalli liberi del titolo.