Devo essere felice? Me lo domando, perché vedo che le varie Amministrazioni livornesi stanno operando per valorizzare l’idea che lanciai, nel 2008, sul mio blog
27 ottobre 2015 da Gennaro (Roberto) Ceruso
Infatti, partendo dalla constatazione che si parla sempre di rilancio del turismo a Livorno ma i progetti restano nei cassetti e quei pochi che ne escono non sono quelli giusti perché non risolvono il problema alla radice, avevo proposto di cambiare metodo e di guardare la cosa da un punto di vista ottimistico perché ogni situazione, anche brutta e non voluta, presenta comunque nuove opportunità.
Per il turismo culturale e urbanistico/architettonico, alcuni esempi in ordine sparso: il brutto cavalcaferrovia che ha impedito la valorizzazione di una struttura Liberty che tutti potrebbero invidiarci, la zona di Banditella che doveva diventare il salotto buono di Livorno ma così non è stato, la Porta a Terra che doveva essere una bella presentazione della città per chi entri da quella parte ed invece, visti i risultati, sembra che ci sia stato un grande impegno per fare il contrario, e poi ancora il Mercato del pesce, lo Scoglio della regina, la Dogana d’acqua, la Porta a Mare realizzata senza favorirne l’integrazione urbanistica con la città e soffocata dall’adiacente cantiere, i Fossi e le Fortezze non valorizzati o valorizzati male, ecc. ecc., fino ad arrivare al Parco Levante che ha ripetuto, a mio parere, tutti gli errori della Porta a Terra.
Se poi vogliamo parlare anche di “errori più piccoli”, è di questi giorni il progetto di spostare l’edicola di via Gobetti in p.zza Saragat ma senza preoccuparsi di creare le premesse per favorire occasioni di socializzazione e di considerarne gli aspetti imprenditoriali. Infatti, la posizione ideale, sempre a mio parere, sarebbe la parte sud dello spazio erboso (non posso chiamarlo aiuola) di fronte alla farmacia perché, con la buona stagione, l’edicolante potrebbe promuovere incontri con gli autori e serate culturali usufruendo, per il pubblico, delle 5 panchine già esistenti.
Con queste premesse, il suggerimento – che detti nel 2008 e che ripeto – è quello di pubblicizzare Livorno come una città in cui le brutture e gli sbagli sono la regola e di facilitare l’arrivo di visitatori organizzando veri giri turistici a tema: quello del brutto, quello del dimenticato, quello dello sbagliato. In questo modo, anche le scuole di architettura ed urbanistica potrebbero organizzare gite per i loro studenti così da mostrare cosa non deve fare l’architetto e l’urbanista. Questa potrebbe sembrare una proposta provocatoria ma si tratta, invece, di semplice pragmatismo.