In Piazza Grande a Livorno, per un tetto alla crisi e i 36alloggi della Chiccaia

Per fare chiarezza sulla Chiccaia

10ottobre 2015 admin

casa Piazza-grandeStamani in Piazza Grande a Livorno, nell’occasione della quarta giornata nazionale “sfratti zero” si sono ritrovate le Associazioni e i Comitati Inquilini, per portare all’attenzione la situazione drammatica degli sfratti che sta colpendo la città.

Tra i molti partecipanti segnaliamo la presenza significativa di: Giovanni Ceraolo (Asia USB), Marco Bruciati (BuongiornoLivorno), Marco Cannito (Città Diversa), Francesco Renda (Rifondazione Comunista), Grillotti Giuseppe (M5Stelle).

casa

Giovanna CepparelloTroppi ritardi omissioni rimpalli di responsabilità, nonché un imbarazzante rovesciamento di ruoli amministrativi e politici, sta vanificando gli impegni elettorali presi dal sindaco Nogarin sul diritto alla casa, per la soluzione della gravissima emergenza abitativa.

Nella riunione della quinta commissione di mercoledì 07/10/2015 il dirigente tecnico Arch. Maurri, ha finalmente fatto giustizia di un grave equivoco, dichiarando che l’edificio della Chiccaia è certo in cattivo stato di manutenzione, che l’impiantistica non è a norma (come in altre centinaia di case abitate da famiglie livornesi) ma non è assolutamente pericolante né tantomeno inagibile.
Ha ribadito che è ristrutturabile e che la scelta di sostituirlo è legata unicamente ad analisi dei costi, che con questa modalità d’intervento sono più contenuti (certo si perdono più di metà delle attuali unità abitative !).

Con buona pace del PD che si ostina a dichiararlo inagibile e pericolante…. Illuminante il contributo del dirigente dell’ufficio casa, da cui si evince che intanto abbiamo perso la possibilità di usare una quota dei 30 alloggi già liberati, oggi resi inagibili da Casalp, per i ritardi e le incertezze dell’Amm. Comunale.

Image and video hosting by TinyPicInfatti, trattandosi d’immobile inserito nel piano di recupero, essendo destinato a demolizione, gli alloggi sgomberati non sono più annoverabili come patrimonio ERP né assegnabili neppure a titolo provvisorio, ma nessuna normativa esistente impedisce un utilizzo come alloggiamento temporaneo per motivi urgenti e indifferibili come la necessità di fornire un riparo di soccorso per gli sfollati con forza pubblica, inseriti dalla A.C. In un percorso da casa a casa, in un frangente di grave terremoto sociale (70 esecuzioni in soli due mesi) che ha prosciugato le risorse assegnabili.
rifondazione casaDice l’ufficio casa competente: “la chiarezza della destinazione d’uso la tempistica (delle esecuzioni) può giustificare l’uso (di riparo e di soccorso degli sfollati) indicando il numero di unita abitative e i tempi di tale uso “. Altrove nel promemoria del dirigente, si chiarisce che a fronte delle 36 famiglie che verranno spostate (10/15 ottobre?) nei nuovi immobili di Corea, restano 40 famiglie per la cui ricollocazione si stima necessario un anno e mezzo.

Dunque per l’uso delle 36 abitazioni, basterebbe “che presentino sufficienti condizioni di abitabilità” ovvero: servizi igienici, acqua e corrente elettrica.

In mancanza di requisiti di sicurezza, il salvavita può essere istallato a cura della famiglia che viene soccorsa per ragioni di salute, che nell’atto di accettazione prende atto dello stato dei locali, ovvero dell’assenza d’impianto gas, chiuso per ragioni di sicurezza e della necessità di istallare un salvavita all’impianto elettrico esistente. Risulta, dunque, del tutto evidente:

  • Che l’uso temporaneo per l’emergenza abitativa è ammissibile e necessario (non avendo al momento nessuna altra struttura emergenziale a disposizione).
  • Che è sufficiente garantire acqua e elettricità con salvavita istallato a spese di chi vi alloggerà per urgente e indifferibile necessità, senza gravare costi sulla collettività.
  • Che non essendo assegnabili no sottraggono risorse ERP.
  • Che solo una scarsa e difettosa intesa tra struttura amministrativa e Sindaco, la non adeguata informazione del Consiglio comunale e l’insufficiente coinvolgimento dei sindacati inquilini, ha prodotto una crisi di rappresentanza democratica mettendo a rischio l’incolumità fisica di cittadini sfollati e senza un tetto.

La richiesta pertanto è che, l’amministrazione comunale di Livorno deliberi con urgenza l’uso delle 36 abitazioni alla Chiccaia. In proposito ai capgruppo di: M5Stelle, Buongiorno Livorno, Città Diversa, viene sollecitato di presentare e votare una mozione che dichiari la volontà di un uso della Chiccaia, nei limiti indicati dai dirigenti e nelle modalità elencate nel documento che l’Unione Inquilini consegna, in occasione della giornata di lotta internazionale per il diritto alla casa, a sindaco, capogruppo, e stampa.

Le foto della manifestazione di G.B:

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