L’apertura plenaria del Forum, con i saluti istituzionali, avrà luogo venerdì 25 settembre alle ore 11.00 al Teatro Metastasio.
23settembre 2015 di Annarita Chiocca
Si terrà a Prato il 25-26-27 settembre 2015 il primo Forum dell’arte contemporanea italiana, organizzato dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e promosso da un comitato composto da Ilaria Bonacossa, Anna Daneri, Cesare Pietroiusti, Pierluigi Sacco e Fabio Cavallucci, direttore del Centro Pecci.
Un’occasione importante e unica per tutti gli operatori del settore — artisti, critici, storici, curatori, docenti di accademie pubbliche e private, direttori di musei e fondazioni, direttori di testate specialistiche, galleristi, collezionisti, mecenati — per analizzare il “sistema arte in Italia” e capire le ragioni che non lo rendono competitivo su scala internazionale, arrivando a immaginare soluzioni, proposte costruttive e formulare strategie condivise. La sede principale del Forum è il Teatro Metastasio, dove si svolgeranno tutte le relazioni dei coordinatori dei tavoli e gli interventi di alcuni ospiti speciali e di rappresentanti di associazioni internazionali.
I tavoli di discussione saranno dislocati in alcuni palazzi storici limitrofi, quali la Monash University e il Palazzo Banci Buonamici.
Oltre quaranta tavoli di discussione coordinati da altrettanti operatori del settore, centinaia di addetti ai lavori e di iscrizioni da parte del pubblico, varie sedi storiche nel centro di Prato. Numerosi gli argomenti affrontati, alcuni particolarmente insidiosi, altri provocatori ma tutti indispensabili per cercare di restituire all’arte contemporanea italiana il suo ruolo innovativo: dal rapporto fra politica e cultura a quello fra pubblico e privato, dall’assenza di strategie condivise per promuovere l’arte italiana all’estero, fino alla pressoché assenza di dibattito critico.
Ci sarà spazio anche per un ripensamento dell’offerta didattica delle accademie e delle università che impartiscono un insegnamento della storia dell’arte troppo spesso svincolato dalla realtà e carente di spazi dedicati alla creatività contemporanea.