A Renzi e Furlan ricordiamo che è diritto individuale e costituzionalmente tutelato
3agosto 2015 da Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo nazionale USB
“Dice Renzi che ‘oggi nel sindacato c’è troppa burocrazia. E girano più tessere che idee’, e la Segretaria della Cisl, Anna Maria Furlan, gli risponde che ‘dovrebbe approfondire la storia dei sindacati italiani, imparare a conoscerci’. Paradossalmente potremmo concordare con il premier se si riferisse a Cgil, Cisl e Uil – afferma Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo nazionale USB – ma in realtà non siamo assolutamente d’accordo, perché Renzi vuole una legge sulla rappresentanza sindacale che restringa gli spazi di democrazia sui posti di lavoro e un intervento sul diritto di sciopero in termini assolutamente repressivi”.
Prosegue Tomaselli: “La dichiarazione della Furlan rappresenta poi in modo evidente la trasformazione genetica di certo sindacato, che non vuole leggi sulla rappresentanza, perché pretende di continuare ad utilizzare il monopolio concessogli in questi decenni da governi e Confindustria, e vuole invece ulteriori restringimenti del diritto di sciopero, per legge e contro gli unici sindacati che gli scioperi li fanno ancora, a differenza di Cgil, Cisl e Uil”.
“A Renzi, alla Furlan e a tutti quanti ricordiamo che il diritto di sciopero è un diritto individuale previsto dalla Costituzione italiana – sottolinea il dirigente USB – e non una prerogativa sindacale, legata al livello di rappresentanza espresso dai singoli sindacati. L’esercizio del diritto di sciopero è prerogativa del singolo lavoratore e scipparglielo è un crimine contro la democrazia e contro la Costituzione”
Se poi questa proposta viene da chi dovrebbe rappresentare sindacalmente i lavoratori, allora siamo veramente all’assurdo e alla distruzione del concetto stesso di sindacato. Noi non ci stiamo – avverte Tomaselli – l’USB è un’altra cosa e si opporrà a qualsiasi stravolgimento di questo sacrosanto diritto. Auspichiamo che tale sensibilità sia dimostrata anche dai Senatori e dai Deputati che saranno chiamati da settembre a confrontarsi su questo delicato tema”, conclude il sindacalista.
In estrema sintesi:
- Lo sciopero è un diritto individuale che si esercita collettivamente, ossia un diritto che può essere esercitato per tutelare interessi collettivi. La titolarità del diritto di sciopero non spetta quindi ai sindacati, maggioritari o meno che siano, bensì ai lavoratori.
- Ciò che invece emerge da alcune proposte che saranno poste alla attenzione in Parlamento è che si vorrebbe trasferire l’esercizio del diritto di sciopero dal singolo lavoratore al sindacato: sarebbe come trasferire il diritto di voto dal cittadino al partito.