Dedicato a Laura Antonelli, nome d’arte di Laura Antonaz (Pola, 28 novembre 1941 – Ladispoli, 22 giugno 2015)
« Forse non ero tagliata per fare l’attrice. Non ero preparata ad affrontare quella carriera, il successo, la popolarità, quell’ambiente, con le illusioni e le delusioni. Sono sempre stata una persona semplice, timida. » Questa una sua affermazione in cui prova a definirsi
23 Giugno 2015, di Enrico Bulleri
“Malizia” fu un classico della commedia erotica sexy del 1973, Laura Antonelli era una superstar e un simbolo del sesso. 18 anni dopo, il sequel “Malizia 2000”, uccise la sua carriera.
Ignazio/Turi Ferro e Angela/Laura Antonelli (l’ex cameriera), ora sposati da quasi 20 anni, hanno perso la scintilla nella loro vita amorosa. Ignazio sta sbavando per la sua assistente del negozio, mentre Angela è profondamente annoiata a casa. Tutto questo cambia quando un archeologo(Roberto Alpi) arriva per condurre degli scavi nelle grotte sotto alla villa. Egli porta con sé il suo figlio di quindici anni, Jimmy, che viene immediatamente colpito dalla bellezza matura di Angela. Ma Angela gli rende cristallino che non è certamente la donna giusta per lui. Il ragazzo in età puberale non vuole però semplicemente seppellire così facilmente la sua cotta.
Deviato e timido allo stesso tempo, egli escogita con Angela un gioco sinistro che include anche il ferimento fisico del padre. Quando Angela realizza le sue intenzioni, ella decide di stare al gioco.
Che inutile sequel. Come tale, esso deve sopportare il confronto diretto con “Malizia”, ed è una delusione sotto ogni aspetto possibile. Questo distrugge la visione generale del film, e anche un paio di scene che si potrebbero salvare. I commenti sociali con le rispettive considerazioni socio-economiche -presenti nel primo film- sono del tutto andati. La conturbante tensione sessuale del 1973, ridotta al minimo. Le immagini impaginate dalla bella fotografia, non esistono più, “Malizia 2000”, non possiede nulla della profondità del modello a cui si rifà. Questo è davvero scioccante in quanto tutto il cast e la troupe è (più o meno) furono gli stessi di “Malizia”, tra cui ovviamente il regista e sceneggiatore Salvatore Samperi, che ebbe anch’egli la carriera cinematografica distrutta da questo film. E’ d’altronde, è stata anche sempre ineliminabile la sensazione che probabilmente nessuno nel reparto artistico e creativo, avrebbe voluto davvero fare questo sequel.
“Malizia 2000”, offre poi una storia noiosa, dai troppo superficiali e semplificati elementi, oltretutto messa insieme senza alcun effetto raggiunto, o profondità. Il ragazzo protagonista, “Jimmy”, è puramente così mal tratteggiato che è quasi ridicolo.
Per trascinare il suo gioco delle lettere d’amore con Angela, crea trappole sorprendenti che finiranno col ferimento del padre – nel corso del film il ragazzo perderà un lobo dell’orecchio, un indice, e si farà una cicatrice aperta nel volto, perché Jimmy mette una lama in più nel suo rasoio, e io proprio non capisco – questo dovrebbe essere divertente (?)-, o un qualche tentativo di commedia nera? Forse il vecchio “Malizia” aveva necessità di tali accenti da dark comedy che non c’entravano niente, per creare tensione? E che cosa vorrebbe comunque dirci Samperi, un qualche commento sul ruolo delle donne mature, come vedono se stesse, come possono o dovrebbero essere viste? Piuttosto inutile, in una sceneggiatura scritta male, senza rimpianti di sorta che sarebbe potuta essere migliore. E senza neanche avere l’intenzione di discutere i molti buchi nella trama e le altre sciocchezze che circondano quella grotta al centro dello script …
Parlando degli attori, a salvarsi è ovviamente il buon vecchio Turi Ferro, che ha sempre avuto la mia simpatia, anche se qui è in gran parte sottoutilizzato, soltanto come attore comico a buon mercato. Luca “Jimmy” Ceccarelli – basterebbe andare in internet a cercare alcune (inesistenti) informazioni sulla sua filmografia- non merita commenti. Venne probabilmente lanciato solo perché poteva mescolare nei dialoghi alcune espressioni in inglese, ma è assolutamente patetico. E poi arriviamo a Laura Antonelli, cui questo film è stato un po’ additato da sempre come l’origine e la causa di tutte le sue successive disgrazie. 49 anni durante le riprese, una donna sempre molto attraente, con il corpo perfetto di una ginnasta per tutta la vita (c’è anche un breve momento in cui mostra ancora i seni). Ma che non è più in grado di fornire ciò che la sceneggiatura vorrebbe proporre. Gli occhi tristi, la pelle pallida, le rughe profonde in alcuni primi piani, ella sembra già trasportare pesi indicibili. Come in realtà era, non essendo qui effetto di un’interpretazione d’attrice.