Docenti e studenti sono in pieno fermento a causa dell’ordinanza ministeriale sugli esami di stato, in particolare rispetto all’articolo 19 comma 3, riguardante le materie oggetto della terza prova scritta
16giugno 2015 di Lamberto Giannini
In questo comma viene detto che le commissioni devono, all’interno del limite consentito dalla norma vigente (max 5 materie), accertare tutte le materie dell’ultimo anno di corso. Da cui si evince quindi che le materie dovrebbero essere cinque, ma qui scatta l’incongruenza con la norma che impone alle commissioni di strutturare la terza prova mantenendosi in linea con il documento del 15 maggio, che non può ovviamente tener conto di un’ordinanza del 29 maggio.
Infatti nel documento del 15 maggio la maggior parte dei consigli si è mantenuta nella tradizione delle 4 materie da svolgere in due ore, quindi i ragazzi non sono stati preparati ad una prova del genere, e potrebbero per questo avere vita facile in un ricorso.
Inoltre per mettere la quinta materia dovrebbero essere coinvolte materie di docenti che correggono già la prima o la seconda prova scritta, se ad esempio al liceo si mette latino, e questo creerebbe una prevalenza sensibile nella valutazione ed un carico di lavoro che potrebbe minare la lucidità di giudizio, perché se è vero che la correzione è collegiale è anche vero che la proposta parte dal detentore epistemologico della disciplina. Oppure ci si potrebbe trovare con un docente, ad esempio di storia e filosofia, che pesa per il 40 per cento della valutazione della terza prova, sbilanciando l’equilibrio.