Partire appunto dalla rivalorizzazione della storia della città, come mezzo di condivisione e mantenimento di una cultura popolare “Multilingue” e “Multisangue”, dalla quale ottenere chiavi di lettura attuali.
10maggio 2015 da “ la Repubblica dei Villani”, Livorno
Lunedì sera, 8 giugno, assemblea molto partecipata dell’associazione “Repubblica dei Villani” che alle elezioni regionali ha candidato Lenny Bottai a consigliere, nella lista Si-Toscana a Sinistra, per la circoscrizione di Livorno, ottenendo un buon risultato in termini di preferenze.
In una discussione molto informale, ognuno ha portato spontaneamente il suo contributo, sono state confermate alcune percezioni e necessità condivise, attraverso le quali codificare il lavoro e le attività future da sviluppare sul territorio negli anni a venire.
Ad aprire, con l’analisi del voto e l’esperienza di questa campagna elettorale, è stato Lenny Bottai il quale, ha sottolineato come il suo ruolo in prima persona si fosse reso necessario, perché funzionale all’esigenza di avere un candidato. Tuttavia, essendo stata una scelta collettiva, adesso rientra come semplice militante e attivista per far si che, il protagonista dell’evoluzioni future torni ad essere esclusivamente l’associazione RdV.
Nei diversi interventi a seguire, Lenny è stato ringraziato pubblicamente per averci messo la faccia, in una situazione dove la responsabilità nei confronti del territorio ha prevalso su tutto, anche a discapito di chi come lui lavora anche con l’immagine.
Interventi e analisi sulla fase politica, si sono susseguiti in maniera molto fluida, con confronti dai quali sono emerse, più o meno, posizioni condivise, l’idea resta quella che per continuare a lavorare nel bene della città non serve creare l’ennesimo partito.
E’ stato sottolineata, la necessità di coinvolgere alla partecipazione quella maggioranza di elettori che ha scelto di “non scegliere”, rifiutando di esprimersi e con cui si possa domani, sviluppare una risposta diversa nel territorio come opinione generale, quindi anche in sede elettorale.
Questo perché se, nello sfacelo culturale attuale la destra populista della Lega ha registrato una canalizzazione di voti, è nell’abbandono dell’interesse verso la politica che una minoranza assoluta, si è garantita nuovamente la possibilità di governare la Regione (23.000 voti al PD sono appena il 18% dei 130.000 aventi diritto voto, ricorda Lenny).
Quindi il lavoro più grande da fare è in quel 55% circa di elettori che non ha ritenuto necessario, possibile o importante esprimersi.
In questo contesto, occorre fornire chiavi di lettura diverse e competenti, “prestazioni complesse”, ha aggiunto Silvano Cacciari nel suo inciso sul drastico futuro imminente riscontrabile nella crisi della città, necessario al fine di non abbandonare il campo ma, al contrario che sia capace di rappresentare degnamente un’idea diversa, con competenza. Attraverso la quale, fornire risposte politicamente spendibili sostenute da analisi dei mutamenti sociali e degli sviluppi del territorio, quindi soluzioni concrete.
Dalla assemblea è emersa, forte, la domanda su “come riportare a votare le persone?”
E’ stato Stefano Oliviero, nel suo intervento, a dimostrare come dall’analisi accurata dei dati del voto, sia emerso che dal lavoro svolto nei quartieri dalla RdV, in soli 25 giorni, è stata riscontrata una risposta positiva nei seggi interessati. L’esigenza resta pertanto, anche quella di sviluppare un diverso contatto umano, un conseguente approccio alla partecipazione, perché la forza di chi proviene dal basso, è quella di essere riconosciuto dalla stessa massa elettrice.
Repubblica dei Villani, ha aggiunto Omar Franconi, ha coperto uno spazio senza il quale la situazione sarebbe stata ancora più grave di quanto non lo è, basti pensare che nei primi approcci è stato necessario persino il dover spiegare agli elettori “come ottenere la tessera elettorale”, questo semplice fatto testimonia come il lavoro dal basso abbia concretamente raggiunto lo scopo prefissato. “I risultati generali hanno poi fatto da padrone” ha aggiunto “ma, la nostra analisi non si era rivelata sbagliata, un blitz era possibile”.
E’ stato inoltre spiegato che le iniziative preventivate, che sarebbero state finanziate dalla scelta di Lenny di donare il 50% del compenso in caso di elezione, vadano ripensate e ridisegnate, ma non abbandonate.
Rimane la necessità ampiamente condivisa, di continuare a fare fronte come massa critica con una visione diversa di partecipazione alla politica, meno strutturata e più fluida, con un linguaggio che si radichi nelle strade dalle quali nasce questa idea. Perché per opporre coscienza ai conflitti sociali che imperversano in questa società, servono chiavi di lettura comprensibili e non avulse dalla realtà di tutti i giorni. Operazione possibile, allo stato attuale delle cose, soprattutto nel lavoro capillare di tutti i soggetti cittadini non convenzionali ai quali è riconosciuta la capacità di avere un rapporto diverso, diretto e meno articolato con le persone.
Altri interventi, tra cui alcuni rappresentanti (in veste del tutto personale) di Buongiorno Livorno, hanno contribuito al dibattito, dove è stata analizzata la scelta controversa dell’indicazione di voto. Inoltre, da altre aree e soggettività politiche è nata la richiesta di chiarimenti o precisazioni in merito alla decisione assunta, nel rimarcare l’autonomia della RdV in sede elettorale, la risposta è giunta da Lenny che ha sottolineato come questa necessità provenga dall’oggettiva diversa storia politica; tra chi in città è sempre stato opposizione e chi, magari con diverso esito del ballottaggio di giugno, oggi non sarebbe probabilmente stato allo stesso posto.
Un’esperienza quella vissuta (da Lenny e dalla RdV), a dimostrazione di quanto sia complicato mettere insieme diverse storie, esperienze e soggettività politiche, soprattutto alcune che, noncuranti dei propri risultati elettorali perennemente in calo, trovano difficoltà a non replicare vecchie dinamiche e politiche fallimentari. Perché le “parrocchie”, ha evidenziato Lenny, hanno ancora il suo perché all’interno dei progetti come SI-Toscana a Sinistra, nonostante concretizzano che da sole non vanno troppo lontane, e forse sono il limite da superare.
Pertanto quello della RdV non è stato percepito come un valore aggiunto, ha poi precisato, “ma spesso e volentieri come un corpo estraneo dal quale salvaguardarsi, alcuni fatti lo hanno confermato, ma voltiamo pagina”.
In conclusione è stato evidenziato come, dentro la necessità di coltivare questo strumento nuovo, ci sia anche la volontà di polarizzare le esperienze provenienti dal basso e dalla militanza di movimento della politica livornese in genere, la quale non deve trovarsi il rappresentante “meno peggio” ma semmai assumersi la responsabilità di rappresentarsi e rappresentare la propria gente.
Tavoli quindi aperti su ogni tema, senza il voler mettere il cappello o delegittimare chi lavora già sul territorio, ma semmai fornire a tutti uno strumento da condividere e sviluppare. Se prima l’ombra delle elezioni poteva fornire dubbi, adesso non ce ne sono più, le intenzioni della RdV sono chiare ed alla luce del sole.
Un contributo è giunto anche dalla della “Repubblica Viareggina” (progetto simile a quello di Livorno) presente alle elezioni comunali della città di Viareggio, che assieme ad altre esperienze, ad esempio quella di Empoli, può divenire mezzo di confronto e condivisione di un percorso più ampio.