7maggio 2015 di Andrea Romano
Durante l’ultimo Consiglio Provinciale il presidente Franchi finalmente si è degnato di informare se, gli Uffici dell’Amministrazione di cui è capo e rappresentante legale, abbiano rispettato la sentenza n. 149/2014 del Tribunale di Livorno, che impone la drastica riduzione delle tipologie di rifiuti conferibili a Limoncino: cioè solo materiale inerte da edilizia.
La risposta del Presidente sostanzialmente è stata: no, non l’abbiamo rispettata.
Inaugurando così, a quanto pare, un ulteriore grado di giudizio nel sistema penale, dopo il passaggio in giudicato di una sentenza: quello del “chissenefrega”. Il Tribunale non ha lasciato scelta alla Provincia (“si dovrà intervenire”) ma la Provincia decide lo stesso di non intervenire?
Le motivazioni alla base di questa volontà di non rispettare la sentenza, aspettando le calende greche mentre la stessa parla chiaramente di uso “sollecito” del potere di autotutela e di intervento da esercitare “con sollecitudine”, sono alquanto traballanti per non dire ridicole, anche se nessun consigliere sembra essersene accorto.
Franchi ha detto che non si può rilasciare la nuova autorizzazione finché non sarà concluso il “collaudo”? Peccato che l’art. 9 del decreto 36/2003 stabilisce ovviamente che i collaudi si fanno dopo e non prima del rilascio dell’autorizzazione, quindi tale spiegazione sembra proprio una fandonia.
Tralascio di approfondire le altre motivazioni accampate per temporeggiare, cioè quelle di dover sapere, prima di ridurre le tipologie di rifiuto, come andrà a finire la telenovela della strada pubblica o privata e se in futuro le competenze provinciali passeranno alla Regione, perché si commentano da sole.