Si è tenuta in Logge di Banchi (davanti al Comune di Pisa) la conferenza stampa di alcune famiglie rom residenti a Putignano, colpite dai recenti provvedimenti di sgombero e di sequestro dei terreni, hanno partecipato oltre ai capofamiglia anche alcuni residenti di Putignano e i volontari dell’Associazione Africa Insieme
13aprile 2015 di admin
«Chiediamo di poter vivere in pace, di avere un posto dove dormire e di mandare i nostri figli a scuola». Comincia così, con questo appello lanciato da un capofamiglia, la conferenza stampa convocata da alcuni nuclei rom insediati a Putignano. Gianni – così si fa chiamare l’uomo, nato in Italia da genitori bosniaci – si rivolge al Sindaco: «abbiamo avuto un ordine di sgombero, e non sappiamo dove andare».
La storia dei rom di Putignano è molto diversa rispetto ad altre: queste famiglie non abitano in campi “abusivi” ma in terreni regolarmente acquistati, e dunque di loro proprietà. «Abbiamo cercato una casa in affitto», spiega Gianni, «e per un certo periodo siamo stati anche aiutati dal Comune con “Città Sottili” [il programma di accoglienza varato nel 2002 e chiuso nel 2009, ndr.]. Purtroppo, per una famiglia rom è impossibile trovare casa: quando sentono che sei zingaro, i proprietari dicono sempre di no…».
Impossibilitati a trovare un alloggio, i rom si sono decisi ad acquistare un terreno: «sono titolare di una piccola impresa individuale», spiega ancora Gianni, «non sono mai stato ricco, ma avevo qualche risparmio e ho pensato di investirlo per dare un tetto ai miei figli». Il problema è che i terreni erano a destinazione agricola, e la legge urbanistica vieta qualunque insediamento abitativo in aree agricole. Così, gli uffici del Comune hanno avviato una procedura per la confisca dei terreni e lo sgombero. «Se questa è la legge», dice ancora Gianni, «è giusto applicarla. Ciò che chiediamo è di avere un posto dove dormire: il Comune ci dia un’alternativa».
«Si tratta di un problema nazionale», spiegano i volontari di Africa Insieme e gli attivisti del Progetto Rebeldia, intervenuti nella conferenza stampa a sostegno delle famiglie. «Ovunque in Italia, per uscire dai campi, i rom hanno acquistato terreni agricoli. E ovunque hanno ricevuto ordini di sgombero». Eppure, dicono gli attivisti, altrove si sono trovate soluzioni alternative.
«Ci sono esperienze importanti a Trento, Bologna o Modena, solo per fare degli esempi», spiega Sergio Bontempelli, presidente di Africa Insieme. «In queste città i Comuni hanno allestito direttamente le micro-aree e le hanno assegnate ai rom in cambio di un affitto. Sono progetti che costano poco e risolvono il problema».
Alla conferenza stampa sono intervenuti alcuni residenti di Putignano, i “vicini di casa” dei rom. «Non c’è un problema di convivenza con queste famiglie», ha spiegato Clelia Bargagli, «i loro figli vanno a scuola con i nostri, e ci conosciamo ormai da molti anni». La richiesta di una soluzione abitativa è condivisa anche da molti residenti: «le leggi vanno applicate», dice ancora Clelia Bargagli, «ma vanno applicate tutte: anche quelle che garantiscono il diritto all’abitare».