La prima sede è stata l’ospedale di Portoferraio, all’isola d’Elba, dove il 14 marzo scorso è stata inaugurata una postazione per il teleconsulto nell’ambito della cardiologia pediatrica.
4aprile 2015 di Lucia Zambelli, Toscana Notizie
Ora il progetto si estende ad altri centri della Toscana, fino a coinvolgere 10 postazioni. E’ il progetto “Arriviamo al cuore di tutti”, rete toscana di telemedicina nella diagnosi e cura delle malformazioni cardiache, varato in collaborazione tra Regione Toscana, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio e Lions Club (che finanzia le 10 postazioni di teleconsulto).
Da alcuni anni la Fondazione Monasterio ha sperimentato un sistema di teleconsulto nell’ambito della cardiologia pediatrica con vari Paesi dell’area balcanica (ex Jugoslavia, Romania, ecc.). Il sistema funziona regolarmente e consente il supporto ai clinici locali da parte degli specialisti della Fondazione per la diagnosi precoce delle cardiopatie in età neonatale e pediatrica, ma anche in età fetale, nonché per il relativo follow up. Il sistema adottato, in collaborazione con il CNR, è stato utilizzato anche nell’ambito di progetti finanziati dall’UE.
Si è dunque pensato a replicare il sistema nell’ambito della Regione Toscana.
Questo è oggi possibile grazie ai Lions Club – Distretto Toscana, che finanziano 10 postazioni di teleconsulto in vari centri toscani. Recentemente (il 14 marzo) è stata inaugurata la postazione di Portoferraio, che ha dato avvio operativo al progetto; si prevede che a breve ne vengano installate altre tra cui: Valdarno, Arezzo, Garfagnana, Lucca, Siena.
L’intenzione è quella di realizzare una rete toscana di teleconsulto, che consenta una diagnosi precoce di patologie, per le quali talvolta il fattore tempo è un fattore altamente critico, in modo di assicurarsi che il piccolo paziente venga trasferito quanto prima, se necessario, nel centro più idoneo per il trattamento della cardiopatia.
Il sistema regionale dei trasporti in emergenza è una rete che consente, inoltre, un migliore scambio informativo ed una crescita diffusa delle competenze cliniche in ambito pediatrico ed evita il trasferimento dei pazienti cosiddetti “falsi positivi” con una riduzione di inutili disagi per le famiglie coinvolte.