Per Anna Rita Bramerini, i cittadini toscani possono bere tranquillamente un litro di acqua contenente 22.500 fibre di amianto.
11febbraio 2015 da Campagna No Amianto Publiacqua-Medicina Democratica
Lo si evince dalla “rassicurante” risposta fornita in Consiglio regionale sulla vicenda delle tubature in amianto degli acquedotti toscani. E alla Campagna No Amianto Publiacqua questa risposta preoccupa molto, perché palesa un’evidente frattura tra la realtà e la classe politica della giunta guidata da Enrico Rossi.
L’assessore regionale all’ambiente, o chi la consiglia, ignora, ad esempio, la recente classificazione compiuta dall’Agenzia Internazione Ricerca sul Cancro (IARC) che si concentra e analizza tutte le forme di asbestosi sicuramente cancerogene per l’uomo (Gruppo 1) compresa quella derivante dall’amianto ingerito. I cancerogeni del gruppo 1 IARC, infatti, non hanno soglia: l’unica soglia possibile per la sicurezza dei cittadini è zero. Pertanto nell’acqua ‘potabile’ la concentrazione deve essere zero.
Un ragionamento facile facile che però non si riesce ancora a far passare. Bramerini cita infatti un limite EPA ormai obsoleto e anacronistico (7 mln fibre/litro). L’assessore regionale dovrebbe però sapere che se in Italia la ricerca è frustrata da anni di tagli voluti anche dal suo partito, nel resto del mondo i ricercatori continuano a fare il loro dovere di scienziati capaci di mettere gli interessi dell’umanità al primo posto (e solo quelli). Per ammalarsi e morire di cancro è bene che Bramerini ricordi che può bastare una e una sola fibra di amianto.
Sarebbe inoltre gradito sapere, per un dovere di trasparenza a cui sono tenuti tutti gli amministratori pubblici, dove sono stati fatti i prelievi dell’acqua con le fibre di amianto. Allo stesso modo un’amministratore della cosa pubblica corretto dovrebbe immediatamente applicare il principio di precauzione e responsabilità e di conseguenza predisporre l’immediata eliminazione dei tubi di cemento amianto in tutta la rete idrica toscana.
Qui è possibile scaricare e leggere la ricerca IARC:
http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol100C/mono100C-11.pdf che mette nero su bianco la pericolosità dell’amianto ingerito. Purtroppo è in inglese, ma traduciamo, per semplicità e per favorire una lettura consapevole agli esperti della Regione Toscana, le conclusioni: “Esistono prove sufficienti per la cancerogenicità di tutte le forme di amianto per l’uomo. Le fibre in amianto provocano il mesotelioma, il cancro del polmone, della laringe e delle ovaie. Inoltre sono state osservate associazioni positive tra l’esposizione a tutte le forme di amianto e cancro della faringe, stomaco, colon-retto. Tutte le forme di amianto sono cancerogene per l’uomo (gruppo 1).”