Non è facile, ai tempi dell’austerità, permettersi un viaggio. Ma questa volta sembra valerne la pena.
21gennaio 2015 di S.L.
Ad oggi, sono oltre duecento le persone che dall’Italia si metteranno in viaggio per Atene, nei giorni delle elezioni. Molti anche dalla Toscana: attivisti sociali e politici in rappresentanza di Comitati, liste locali di sinistra ma, anche civiche e media attivisti, con a bagaglio, l’attrezzatura per documentare, un atteso, passaggio epocale per la storia di questo continente.
Per anni la Grecia è stata lasciata sostanzialmente sola a difendersi e a reagire e nel mentre la Troika massacrava un popolo, per un paese vicino come l’Italia, la solidarietà ha impiegato tempo a farsi strada. L’austerità, invece che unire, per lungo tempo ha diviso le sue vittime, per questo dal 22 al 25 Gennaio, in molti partiranno in solidarietà e appoggio alla sinistra Greca di “SYRIZA” e del suo popolo che, dopo le lacrime e sangue, le umiliazioni subite in forza della difesa di interessi come quelli: dei banchieri, finanzieri e lobbisti, ritrova nella radicalità di un europeismo sociale e sostenibile l’occasione del riscatto e della dignità da riconquistare.
Essere, anche in questi giorni, vicini al destino che la Grecia cerca di darsi, ha il significato di una presenza che non si riduce al sostegno esterno verso una campagna elettorale o al riassetto istituzionale con effetti limitati alla dimensione nazionale, ma vuole essere la testimonianza di un coinvolgimento reale e profondo. Un modo per rafforzare legami popolari di solidarietà per i tempi a venire che, nel caso di vittoria di Alexis Tsipras, necessiterà di organizzare la sua difesa in tutta Europa, in modo da evitare che la Troika possa stritolare questa esperienza sul nascere.
Quello del 25 gennaio, sarà il banco di prova dell’intera sinistra europea in marcia verso un processo di rinnovamento sostanziale, per riprendere in mano quel futuro che sembrava essere messo all’angolo. Inutile nascondere che la eventuale vittoria della sinistra in Grecia inciderà profondamente sull’intero assetto geopolitico e in particolare nell’Europa liberista, proprio perché il progetto di Syriza non è quello del rifiuto dell’Unione Europea tout Court, ma quello di cambiarla nelle sue fondamenta e di ripensarla nella sua vocazione originaria sociale, a favore dei settori maggiormente colpiti e riportarti in povertà dalle politiche di austerità.
Oltre alla presenza dei politici maggiormente rappresentativi della sinistra radicale come Paolo Ferrero, Antonio Ingroia, Nichi Vendola e a pezzi del Pd come Pippo Civati, Stefano Fassina, moltissimi gli attivisti e i rappresentanti di liste locali di sinistra e civiche.
E a pensarci, soltanto un anno fa, sarebbe stato impensabile una affermazione di questa portata per una forza di sinistra vera e per di più autonoma ed esterna alla famiglia del socialismo europeo, che ora dà lezioni anche ai cugini italiani.