In un momento storico in cui si torna a parlare di nazionalismo ed antisemitismo esce nelle sale il film di Roman Polanski “L’ufficiale e la spia” presentato all’ultima Mostra del cinema di Venezia e premiato con il Leone d’Argento.
24 Novembre 2015, di Donatella Nesti
Il film è curatissimo nella ricostruzione storica e nelle ambientazioni con una scelta narrativa classica che riesce ad alternare il thriller con la spy story, impreziosito da un cast di rilievo con Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner, Grégory Gadebois.
Gennaio del 1895, pochi mesi prima che i fratelli Lumière diano vita a quello che convenzionalmente chiamiamo Cinema, nel cortile dell’École Militaire di Parigi, Georges Picquart, un ufficiale dell’esercito francese, presenzia alla pubblica condanna e all’umiliante degradazione inflitta ad Alfred Dreyfus, un capitano ebreo, accusato di essere stato un informatore dei nemici tedeschi. Al disonore segue l’esilio e la sentenza condanna il traditore ad essere confinato sull’isola del Diavolo, nella Guyana francese. Un atollo sperduto dove Dreyfus lenisce angoscia e solitudine scrivendo delle lettere accorate alla moglie lontana. Il caso sembra archiviato. Picquart guadagna la promozione a capo della Sezione di statistica, la stessa unità del controspionaggio militare che aveva montato le accuse contro Dreyfus. Ed è allora che si accorge che il passaggio di informazioni al nemico non si è ancora arrestato. E se Dreyfus fosse stato condannato ingiustamente? E se fosse la vittima di un piano ordito proprio da alcuni militari del controspionaggio? Questi interrogativi affollano la mente di Picquart, ormai determinato a scoprire la verità anche a costo di diventare un bersaglio o una figura scomoda per i suoi stessi superiori. L’ufficiale e la spia, adesso uniti e pronti ad ogni sacrificio pur di difendere il proprio onore. L’affare Dreyfus è uno dei più clamorosi errori giudiziari della storia, avvenuto in Francia tra il 1894 e il 1906 e che vide protagonista il soldato ebreo francese Alfred Dreyfus, ingiustamente accusato di essere una spia e quindi processato per alto tradimento. Dreyfus sostenne fermamente la sua innocenza combattendo contro un’intera nazione. Il suo caso ebbe una notevole risonanza mediatica dividendo l’opinione pubblica del tempo, tra chi ne sosteneva l’innocenza e chi lo riteneva invece colpevole.
Tra gli innocentisti si schierò Émile Zola, il quale scrisse un articolo ’J’Accuse’ pubblicato su L’Aurore il 13 gennaio del 1898 con il quale puntava il dito contro il clima di antisemitismo imperante nella Terza Repubblica francese. Polanski ha scritto la sceneggiatura insieme a Robert Harris, autore del romanzo da cui il film è tratto, ‘L’ufficiale e la spia’ (The Dreyfus Affair), in Italia edito Mondadori. Da un romanzo di Harris il regista premio Oscar per Il pianista aveva già tratto nel 2010 il suo ‘L’uomo nell’ombra.’ “ L’Affare Dreyfus, un soggetto che è rimasto nella mia testa per molti anni.”dice Polanski ” In questo vasto scandalo, probabilmente il più grande della fine del 19° secolo, si intersecano errori giudiziari e antisemitismo. Per dodici anni, l’Affare Dreyfus divise la Francia, portando scompiglio anche nel resto del mondo. Ad oggi è uno dei simboli dell’ingiustizia politica e di cosa si possa arrivare a fare in nome dell’interesse nazionale “