La decisione è stata presa dopo il confronto in assemblea e approvata dalla stragrande maggioranza dei lavoratori
8ottobre 2018 da Cgil Rosignano
La rsu Inovyn di Rosignano ha proclamato l’apertura dello stato d’agitazione, il blocco degli straordinari e un pacchetto di 10 ore di sciopero per protestare contro gli eccessivi carichi di lavoro e la pessima organizzazione, con il conseguente atteggiamento di pressione dell’azienda nei confronti dei lavoratori.
Inovyn ha attualmente alle proprie dipendenze circa 160 dipendenti. In meno di due anni sono state registrate 5 casi di ‘dimissioni anomale’. Questo, hanno spiegato le Rsu, è dovuto all’eccessivo clima di tensione cresciuto all’interno dello stabilimento: si è trattato in un certo senso di “licenziamenti indotti”. I 5 lavoratori in questione non hanno avuto altra scelta che raggiungere un’intesa con i vertici Inovyn per una rescissione concordata del rapporto di lavoro. Stiamo parlando di persone che hanno sempre creduto in questa azienda e che hanno costantemente lavorato duramente e con passione, per questo la loro decisione ci ha stupito non poco” hanno precisato le Rsu. L’azienda, hanno affermato i sindacalisti, sta esercitando un’eccessiva pressione nei confronti dei lavoratori esasperando il clima, in molti hanno paura di ritorsioni.
“All’interno dello stabilimento si sono registrate malattie psicosomatiche e un preoccupante aumento dello stress”.
Due settimane fa la goccia che ha fatto traboccare il vaso:
“L’azienda ha infatti deciso la soppressione di una posizione lavorativa adducendo, durante un incontro sindacale, una motivazione assurda e discriminante. La persona che ricopriva il ruolo in questione è stata infatti accusata di aver fatto troppe assenze per malattia, maternità e ferie: “Siamo senza parole”. I sindacalisti hanno poi aggiunto: “Da parte dell’azienda non c’è affatto un coinvolgimento né delle Rsu nè degli Rls. È evidente la mancanza di coordinamento e coinvolgimento sui problemi della fabbrica. Senza contare che l’aumento della tensione non aiuta di certo a lavorare in sicurezza”.