15ottobre 2018 da Coordinamento Art.1-Camping CIG, Piombino
L’alleanza fra città e fabbrica, fra lavoro e ambiente, a tutela della salute degli operai e della popolazione (v. registro tumori), è da sempre uno degli obbiettivi primari che il Coordinamento Art.1-Camping CIG si pone, in vista delle urgenti bonifiche, indispensabili per recuperare i posti di lavoro perduti nell’indotto e per diversificare economia e occupazione nella Val di Cornia e costruire un futuro nuovo.
Ecco quindi il pensiero del Coordinamento Art.1-Camping CIG, a proposito del dibattito in corso a Piombino su bonifiche e discarica.
Per quanto riguarda il metodo da adottare per assumere le decisioni del caso, il Coordinamento Art.1-Camping CIG, nel quadro di una auspicabile mobilitazione generale per un avvio tempestivo di smantellamenti di vecchi impianti, asportazione dei cumuli di rifiuti abusivamente sversati e bonifiche del SIN, appoggia anche la richiesta di svolgere il referendum, quale strumento importante, benché non esclusivo, di democrazia partecipativa a disposizione dei cittadini e delle istituzioni. Una discussione vasta e approfondita potrà arginare gli indubbi rischi presenti di strumentalizzazioni elettoralistiche, a pochi mesi dalle elezioni comunali del 2019.
Per quanto riguarda il merito della questione, si rileva come la nascita di Rimateria, quale strumento al servizio delle bonifiche del Sito di interesse nazionale (SIN) di Piombino, risulti fortemente messa in discussione anche dal fatto che tali bonifiche non sono mai decollate. Intanto, però, la discarica di Rimateria incamera quantitativi notevoli di rifiuti industriali non certo provenienti dal SIN locale. La progressiva privatizzazione di quote societarie di Rimateria accelera ovviamente questa tendenza, in ossequio alle leggi del profitto; la presenza di privati eserciterà in ogni caso un preponderante peso negativo nelle scelte aziendali. Quindi, no alla costruzione di una nuova discarica da 2,5 milioni di metri cubi dimensionata a recepire una gran quantità di rifiuti da tutta Italia, come frutto proprio della logica privatistica del mercato dei rifiuti, in una zona che fra l’altro non è adatta. I rifiuti industriali futuri, prodotti da Jsw, poi, dovranno essere gestiti da Rimateria, la quale deve essere un’azienda pubblica.
I tempi e le modalità della partenza di Rimateria fanno pensare che l’obbiettivo della stessa sia quello di ripianare il grave debito ereditato da Asiu, obbiettivo evidentemente prioritario in corso di perseguimento. La situazione dei dipendenti di Rimateria, i quali, a differenza dei loro colleghi, non furono assorbiti da SEI Toscana, viene spesso usata per esercitare il consueto ricatto occupazionale. In ogni caso, ad essi deve essere garantito il diritto al lavoro nelle bonifiche del SIN, che devono essere avviate e sostenute da un corposo intervento pubblico, per il quale va incalzato il Governo (salvo rivalsa successiva sui responsabili dell’ inquinamento); nella deprecabile ipotesi che le bonifiche non decollino, tale diritto al lavoro deve comunque essere garantito mediante assorbimento in SEI Toscana.
Smettere di incamerare rifiuti non provenienti dal SIN locale e avviare invece smantellamenti e bonifiche, utilizzando da subito almeno i 50 milioni stanziati nel 2015, come richiesto da Legambiente, deve essere l’impegno prioritario del Ministero dell’Ambiente e di tutte le istituzioni pubbliche locali e regionali coinvolte. Senza dimenticare che tali istituzioni portano gravi responsabilità per il citato debito Asiu, come pure per non aver vigilato sull’accumulo di immensi depositi di inquinanti nell’area industriale, nonostante che alcuni soggetti lungimiranti sollevassero il problema pure negli anni trascorsi, mentre purtroppo i sindacati e la maggioranza dei lavoratori e della popolazione tacevano.