Coriandoli, reggiseni, fumo, stage diving: cosa c’è di più divertente di un concerto dei Darkness?
9 Settembre 2018, di Michele Faliani
Coriandoli dorati che esplodono già a metà della prima canzone, fans indemoniate che lanciano i loro reggiseni sul palco, luci e fumo, il cantante Justin Hawkins che già dopo 10 minuti mette in mostra il fisico fino a rimanere in mutande, stage diving e tanto rock and roll: il concerto dei Darkness in Piazza del Duomo per Settembre//Prato è spettacolo è stato un divertimento unico, un tuffo in un rock glam dal sapore seventies che in alcuni punti è sfiociato (volontariamente) nel kitsch e nell’eccesso, tra un supporto per rullante rotto dal batterista per la forza con cui stava usando le bacchette e il giro della platea sulle spalle di un uomo della security di Justin; che fra un falsetto e l’altro e qualche dialogo con la chitarra del fratello Daniel ha finito per eseguire i bis in mutande, tanto per non farsi mancare niente. Ok, magari ‘sti Darkness non è che siano poi originalissimi, sarà che sulla rufianeria degli arrangiamenti e sul sapore seventies del loro look ci giocano anche troppo, ma finché una band riesce a rendere felici quasi 3000 fans, ben vengano tutti gli eccessi che ci hanno mostrato. Far star bene la gente è il compito principale dei concerti.
Grazie a Fonderia Cultart per l’ospitalità.
La scaletta del concerto:
- Solid Gold
- Growing on Me
- Open Fire
- Love Is Only a Feeling
- Japanese Prisoner of Love
- Black Shuck
- Southern Trains
- One Way Ticket
- Barbarian
- Friday Night
- Every Inch of You
- Buccaneers of Hispaniola
- Stuck in a Rut
- Givin’ Up
- Get Your Hands Off My Woman
- I Believe in a Thing Called Love
Encore: - Love on the Rocks With No Ice