Sono ormai anni che i cittadini livornesi, in primis i residenti delle zone coinvolte, vari comitati, associazioni ecologiste, giornali e soggetti politici (Comitato disoccupati e precari dell’Ex Caserma Occupata, Senza Soste, Buongiorno Livorno, Vertenza Livorno, il Comitato No Inceneritore e tanti altri) chiedono spiegazioni rispetto a ciò che oggi emerge in tutta la sua gravità.
15dicembre 2017 da Buongiorno Livorno
Connivenze, convenienze economiche, controlli evidentemente non all’altezza e responsabilità che affondano nel passato non sempre limpido che ha accompagnato la gestione e lo smaltimento dei rifiuti a Livorno, ci restituiscono oggi un quadro criminoso e disumano che ha speculato sulla pelle e sulla salute di noi tutti. Chi in passato sapeva e ha taciuto, è oggi complice di questi crimini. Chi, come noi, sospettava che qualcosa non tornasse, ha oggi la conferma dei propri incubi.
“Da parte mia, in quanto responsabile della salute dei miei concittadini, posso dire che non c’è alcuna emergenza rifiuti per la città di Livorno” ha dichiarato il Sindaco Filippo Nogarin.
Appare invece evidente che “l’emergenza rifiuti” a Livorno c’è stata e c’è ancora: c’è stata perché per anni gli stabilimenti di RaRi e Lonzi Metalli sono stati fondamentali per il sistema rifiuti di Livorno. Questo è il motivo per cui la denuncia delle numerose contraddizioni, ambiguità e falle presenti è caduta fino ad oggi nel vuoto. I sistematici e continui incendi di materiale plastico (e forse non solo) sono stati coperti dalle amministrazioni comunali passate e dall’ARPAT perché la Lonzi e la RARI erano troppo importanti per l’AAMPS, per il suo inceneritore e per l’intero sistema dei rifiuti per essere delegittimate e penalizzate. Ecco così che si è consolidata una certa impunità e una rete di connivenze che solo adesso pare siano state scoperte.
L’emergenza c’è stata e c’è tutt’ora perché a Livorno, nonostante i convegni sponsorizzati dal Comune, l’inceneritore continua a funzionare a pieno ritmo e il piano industriale di AAMPS contiene ancora molti elementi di contraddizione e di ambiguità che rimandano le promesse di attuazione di pratiche virtuose ad un futuro che sembra non arrivare mai. Ci auguriamo, per il bene della città, non solo che venga fatta presto luce sulle responsabilità politiche e personali di questi crimini, ma anche e soprattutto che ciò porti ad accellerare quei processi di innovazione del trattamento dei rifiuti che sono necessari a salvaguardare la salute dei cittadini.