“Il recente agostano avvicendamento tra Gianni Lemmetti e Valentina Montanelli all’assessorato con deleghe al bilancio e alle partecipate rappresenta forse il punto politicamente più basso dell’attuale consiliatura”
24agosto 2017 da BuongiornoLivorno
Un vero spregio alle autonomie locali livornesi, in una logica di campagna acquisti tra Roma e la “provincia” degna, forse, dei rapporti interni tra squadre di proprietà di Claudio Lotito che di una qualche concezione della governance territoriale.
Nogarin ha parlato di un avvicendamento avvenuto dopo un lungo confronto tra lui e la Raggi. Bene, anzi, male: la politica non è un confronto tra tenutari di cariche, è stata esclusa la città in un momento delicato e con una giunta di quasi minoranza. Tra l’altro, nonostante ci separi un abisso dalla concezione dell’economia di Gianni Lemmetti, la giunta, e quindi il governo della città, perde un elemento di coesione, di stabilizzazione e di credibilità. È però l’occasione per riportare Filippo Nogarin al mondo reale, visto che la sua sindacatura si regge su gruppo consiliare di maggioranza, di un solo voto, giustamente preoccupato per un atto politico ferragostano del quale era all’oscuro, così ha dichiarato, anche il presidente del Consiglio Comunale.
Chiediamo infatti le dimissioni immediate, per insussistenza di ragioni politiche nell’occupazione del ruolo, di Valentina Montanelli e presenteremo una mozione di sfiducia nei suoi confronti in consiglio.
Siamo passati dalla lenta scelta degli assessori per curriculum ai decreti di palazzo di piena estate.
Chiederemo che la prossima figura di assessore sia individuata, oltre che per competenza, nel territorio, con una seria, e documentata, concertazione con le forze politiche e sociali di Livorno per trovare quel ruolo di ministro dell’economia che la città ha bisogno. Le competenze della Montanelli, alla quale non manca certo il nostro rispetto per la persona, non vanno in questo senso che deve esser di indirizzo di politica economica. In una grave, epocale, condizione economica cittadina Livorno non ha bisogno di una pur brava contabile: ma di un governo pubblico del bilancio, della leva fiscale e tariffaria che guardi alla generazione di economie, e non all’austerità, e che sia in grado di contrastare le strettoie previste dal nuovo bilancio consolidato, voluto dal governo Renzi, che vanno a detrimento dell’economia territoriale.
La nostra non sarà una sfiducia personale, ci mancherebbe, ma politica.
A tutela della città, e delle autonomie territoriali,e invitiamo i consiglieri di maggioranza ad agire negli interessi del territorio che li ha eletti piuttosto che secondo coordinate ideologiche. Allo stesso tempo, vista la situazione, diamo praticamente per scontato un atto di buonsenso da parte della giunta con il ritiro del bando su SPIL, sui terreni della Paduletta, che oggi appare lontano dagli interessi di Livorno. Siamo abituati a fare, alla maggioranza, domande, cortesi e sensate, che non ricevono risposte. Non battiamo ciglio, continueremo a garantire un percorso di spine per chi ha dimostrato, a più riprese, di non saper tutelare la nostra Livorno.