Ginevra: il contributo più significativo per il disarmo nucleare in due decenni
Giornata storica per il disarmo nucleare: 107 stati, contro 24 Raccomandano all’assemblea generale dell’Onu una conferenza nel 2017 per un trattato di interdizione delle armi nucleari.
22agosto 2016 da Ginevra, di Giovanna Pagani
Questo lo storico risultato della terza sessione del Gruppo di Lavoro aperto (a Stati e Società civile) sul disarmo nucleare (OEWG) svoltosi a Ginevra, palazzo dell’ONU, 16-19 agosto 2016.
Fino all’ultimo abbiamo tenuto il fiato sospeso. Già nel corso delle precedenti sessioni (febbraio e maggio) era emersa con forza la spaccatura tra gli stati: una maggioranza, in sintonia con le organizzazioni della società civile, favorevole a un Trattato di interdizione delle armi nucleari, alla luce dell’inefficacia totale del TNP (Trattato di Non Proliferazione Nucleare) e una minoranza (gli stati nucleari e gli stati ombrello, cioè quelli che hanno sul loro territorio le bombe nucleari Usa) sostenitrice di un approccio definito “progressivo” verso il disarmo nucleare.
Il Presidente dell’OEWG, al termine della prima giornata di lavoro (martedì 16), aveva invitato alla “flessibilità” per addivenire a una “soluzione consensuale”. Il rischio di un testo finale indebolito, dunque, era il nostra massima preoccupazione. ICAN (Campagna Internazionale per il Disarmo Nucleare, di cui anche la WILPF è parte attiva) sosteneva l’impossibilità dell’ipotesi “cancellazione della richiesta per il 2017 della Conferenza per negoziare il Trattato”. Per contro non era chiaro come gli Stati avrebbero potuto addivenire a una conciliazione, partendo da posizioni così lontane. Col cuore sospeso, per il timore di un inaccettabile indebolimento del testo, è passato più di un giorno e mezzo: i negoziati sul documento finale si svolgevano in gruppi sempre più piccoli, chiusi alla società civile, continuando fino alla tarda notte di giovedì e addirittura in sostituzione della riunione plenaria, in programma per venerdì mattina.
Finalmente l’annuncio della plenaria pomeridiana, un’altra volta slittata: dalle 15 alle 16 di venerdì 19 agosto. A consultazioni finite, la relazione finale era un po’ più debole, rispetto alle bozze precedenti, in particolare sul punto relativo al livello di supporto per i negoziati nel 2017: anziché “il sostegno della maggioranza” si trovava “ampio sostegno”. La minoranza, dunque, aveva chiesto con successo che il rapporto, di fatto, non corrispondesse alla realtà. Per fortuna il gioco al rialzo dell’Australia (paese per il NO al Trattato) e la contro proposta del Guatemala (uno dei 107 paesi per SI’ al Trattato) votata come emendamento dalla maggioranza hanno consentito il successo della posizione maggioritaria favorevole ai negoziati nel 2017.
Ecco i fatti.
All’ultimo momento la delegazione australiana ha cercato di sconvolgere il processo, chiedendo un voto su ciò che tutte le altre delegazioni credevano fosse un testo concordato. La domanda ha spinto il Guatemala a proporre una modifica: rafforzare la raccomandazione di mettere in chiaro che il OEWG inequivocabilmente ha raccomandato negoziati nel 2017 per un strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti alla loro eliminazione.
Questo emendamento è stato approvato a maggioranza, come pure la relazione finale nel suo complesso: 107 SI’, contro 24 NO.
“Questo è un momento storico: il contributo più significativo al disarmo nucleare in due decenni”, ha detto il delegato del Messico durante le sue osservazioni conclusive.
“Ci aspettiamo che, sulla base delle raccomandazioni del gruppo di lavoro, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adotti una risoluzione il prossimo autunno per stabilire il mandato per i negoziati sul divieto delle armi nucleari nel 2017” ha detto Beatrice Fihn, Direttore esecutivo di ICAN.
Non possiamo che condividere:
è un risultato impressionante per ogni stato che supporta realmente il disarmo nucleare. Tutti gli stati di Africa, America Latina, Caraibi, Sud-est Asiatico, e poi gli Stati del Pacifico, insieme con alcuni stati dell’Europa, si sono uniti nella proposta da portare a ottobre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite la raccomandazione dell’OEWG.
Ci rammarica profondamente constatare che l’Italia, rappresentata dall’Ambasciatore Vinicio Mati, abbia mantenuto fedeltà alla linea dei paesi del NO, favorevoli al disarmo nucleare attraverso una modalità “progressiva”, ma che contemporaneamente stanno investendo miliardi per rafforzare i loro arsenali e protrarli in un futuro indefinito. Sul nostro territorio abbiamo stoccate almeno 70 bombe nucleari Usa (B61) in via di modernizzazione (B61-12) per le quali il nostro governo si è impegnato a fornire circa 90 cacciabombardieri di nuova generazione F-35.
Come cittadini del mondo il lavoro da fare è ancora tanto per infrangere il muro del silenzio e dell’apatia di fronte al pericolo nucleare, favorito anche dall’assordante silenzio mediatico. Dobbiamo uscire dal concetto di sicurezza militarizzata che ci porta solo guerre, violenza e ingiustizia. Rivendichiamo, allora, la sicurezza collettiva che ingloba tutta l’umanità e l’ambiente, in nome del nostro diritto a vivere liberi dalla minaccia della violenza nucleare.
Prendiamo forza dal successo ottenuto a Ginevra dall’Oewg Il mondo non ha più tempo da perdere!
A coloro che dubitano ancora, io dico:
“guardate gli occhi dei bambini: vi implorano di salvaguardare il dono della vita”.