Il risanamento ambientale è la condizione indispensabile per attivare le grandi risorse della Val di Cornia: agricoltura e turismo di qualità, attività connesse al mare, al porto, ad un nuovo sviluppo industriale ecocompatibile. Il presidio si svolge in occasione dell’annunciata riunione delle Istituzioni con Invitalia e ditte, sul tema della bonifiche
12gennaio 2018 da Centro di solidarietà internazionalista Alta Maremma, Coordinamento Art.1-Camping CIG, Il sindacato è un’altra cosa-Opposizione Cgil, Restiamo umani, Slaicobas, Unicobas, Partito comunista, Partito comunista dei lavorator-Lista Per Una Sinistra Rivoluzionariai, Partito dei Carc, Partito della rifondazione comunista-Lista Potere al popolo, Sinistra italiana, Un’Altra Piombino.
Le aree inquinate di Piombino sono state individuate nel 1998 come Sito di Interesse Nazionale (S.I.N) ma in vent’anni non è stato bonificato quasi nulla! Anzi le cronache ci dicono che sarebbero arrivati in discarica altri rifiuti pericolosi ‘camuffati’. Il ruolo giocato da Invitalia e Comune per le bonifiche a Piombino è fallimentare: tempi biblici, realizzazioni minime, investimenti non utilizzati anche quando disponibili (v. 50 milioni già stanziati da tempo e peraltro limitati alla mera messa in sicurezza operativa della falda superficiale; 12 milioni per Città futura; 9 milioni per Poggio ai venti).
Le bonifiche e gli smantellamenti degli impianti da dismettere sono urgenti per rendere disponibili le aree per altre attività, per mettere in sicurezza lavoratori, ambiente e popolazione, per sbocchi occupazionali; non semplici tombature, ma bonifica radicale di terreni e falde idriche, per non pregiudicare utilizzi futuri, per non lasciare alle prossime generazioni un vasto territorio avvelenato. Rimateria non sta assolvendo il ruolo promesso di strumento al servizio primariamente della bonifica delle aree inquinate di Piombino e della Val di Cornia.
Lo stabilimento siderurgico e’ sostanzialmente fermo; sta perdendo gli ultimi clienti.
Il riavvio immediato della laminazione è indispensabile per tenerlo in vita e salvarne le prospettive. La produzione di acciaio da forno elettrico, con modalità ecocompatibili, confinata nella macro-area nord di Piombino, con il revamping dei treni di laminazione, è una via obbligata per il rilancio economico della zona. L’eventuale chiusura definitiva dello stabilimento trascinerebbe in una crisi ancora più profonda tutta l’economia della città e comprometterebbe la stessa diversificazione economica. I Governi locale, regionale e nazionale, tutti a guida PD, hanno provocato la paralisi attuale in un clima di passiva subordinazione alle multinazionali di turno. Si dimettano dunque i responsabili, per consentire una svolta radicale nella gestione politico-amministrativa della crisi di Piombino e della Val di Cornia.
I Governi locale, regionale e nazionale adesso devono:
- Adottare procedure straordinarie di emergenza per uscire dalla palude paralizzante della burocrazia e delle vuote promesse;
- Gestire direttamente, l’avvio concreto di smantellamenti e bonifiche del S.I.N., con fondi adeguati, recuperando in futuro quanto dovuto dai privati responsabili dell’ inquinamento;
- Gestire direttamente la riattivazione immediata dei treni di laminazione e successivamente prevedere un forte intervento pubblico diretto nella gestione dello stabilimento con l’obiettivo di produrre acciaio pulito di qualità, nel quadro di una politica siderurgica nazionale.